Mercoledì 8 Maggio 2024 - Anno XXII

In bici sulle strade dei Campioni

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Due miti del ciclismo raccontati in maniera accattivante. Un mito della gola, offerto senza lesinare. E i percorsi dei campioni, pedalata dopo pedalata. Novi Ligure ammalia

Sulle strade dei Campionissimi

bici Percorrere le strade dei campioni
Percorrere le strade dei campioni

Bene. Ma non vorrete fermarvi al museo, vero? Interpretare ciò che si è appena visto è esaltante. Basta informarsi; il museo ha preparato una serie di percorsi sulle tracce dei campioni. Si sale in sella, e si pedala. Il circuito dei Campionissimi è un buon inizio. Cinquantatré chilometri e mezzo, duecentocinquantaquattro metri di dislivello complessivo, tre musei dedicati alla bici, tutti i paesaggi che vedevano i nostri protagonisti quando hanno cominciato, quando si allenavano. Un percorso che sollecita la fantasia, che va a pescare nella memoria immagini sbiadite d’epoca, o recenti fotogrammi del film su Coppi con Castellitto.
Si pedala lungo l’antica via San Bovo, guardando alla vicina Cascina Scarazzolo, dov’è nato Girardengo. Questa vicinanza fisica con i luoghi del campione permette di identificarsi in parte nelle sue gesta, di immaginare quelle strade ancora non asfaltate, il tempo rubato al lavoro, le lunghe pedalate per assaporare la velocità. Vi capiterà di vedere vecchi filmati nella vostra testa, di quelli ingialliti nei grigi della pellicola, di quei “mossi” nelle inquadrature, di quelle figure che si muovevano a passo caricaturale, sorridendo beatamente alla camera, con una camera d’aria a tracolla come fosse una cartucciera.

In bici su e giù per le colline

bici Il castello di Pozzolo Formigaro
Il castello di Pozzolo Formigaro

Tre chilometri e si arriva a Pozzolo Formigaro, con il suo castello medievale.  Si riprende la bici e si attraversa lo Scrivia, si passa Villalvernia e si prende confidenza con due tratti caratteristici del territorio: le cascine alessandrine in terra cruda e il paesaggio della vite.  Verso Carezzano, infatti, cominciano i Colli Tortonesi. Colli significa saliscendi, non c’è dubbio. Tuttavia, è un bel salire: un paesaggio ondulato, con le strade che si attorcigliano come nastri seguendo il profilo del terreno, con una successione di panettoni più o meno alti che sembrano rincorrersi. Una deviazione dal circuito è obbligata. Castellania, infatti, significa Coppi. Significa il Museo Casa Coppi, con il Centro di Documentazione e le tombe dei fratelli Fausto e Serse. Si torna a Carezzano e si infila la strada per Sant’Agata Fossili. Certo, si può immaginare il perché del nome. I fossili in questione riguardano il mare padano di un tempo, e le marne che li contengono. Il borgo medievale di Gavazzana è tutto da vedere, così come la chiesa a strapiombo sulla valle. Poi si costeggia lo Scrivia passando per Cassano Spinola e Stazzano.
A Serravalle, se non si vuole visitare l’Outlet moda, una cittadella dello shopping griffato, si deve comunque vedere la vicina Città del Ciclismo, con il museo relativo. In seguito, è però meglio lasciare la strada e salire in costa, dove non c’è traffico. Si segue così la strada costiera Bicocca fino a Novi. Ma le possibilità sono tante. Basta pensare alle altre proposte di “tour”. Quello dei Castelli, ad esempio, che contempla Bosco Marengo con Santa Croce, cattedrale e convento di San Pio V, papa di questo borgo, impreziositi da sculture, arazzi e dipinti del Vasari; e Spinetta Marengo, con il museo che ospita armi, divise, oggetti, stampe della battaglia di Marengo tra Napoleone e gli Austriaci, del giugno 1800.

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Vini e cioccolato. Sempre in bici

bici I vini del Gavi
I vini del Gavi

Per una pedalata stimolante, tra vino e cioccolato, si comincia con “Le vigne del Gavi”, cinquanta chilometri tra colline, ville rinascimentali, parchi, vigne e cantine del Gavi docg, il vino “cortese”, un bianco dai sentori di frutta. E qui si possono immaginare soste edificanti. Poi, naturalmente, Gavi, con il suo forte a stella di fianco al torrente Lemme, e un centro storico notevole. O, ancora, il tour della Val Borbera, un percorso impegnativo di settantasette chilometri, consigliato a chi ha nelle gambe un buon allenamento. Questa proposta è ricca di risvolti, dai paesaggi della ciliegia, Vargo, Albarasca, Garbagna, alle magnifiche strette del Borbera, una panoramica a curve, a picco sulle gole scavate dal torrente; dagli scavi archeologici della romana Libarna (teatro, anfiteatro, tombe, mosaici), ai palazzi della nobiltà ligure, Palazzo Spinola a Cantalupo (Museo della Resistenza), Palazzo Spinola Doria Pallavicino a Cabella (famoso centro yoga). E qui entra in gioco l’altra componente del tour. “Svizzero? No, Novi!”.  Sarà banale, ma il fortunatissimo spot ha un po’ rimesso le cose a posto. Ridando al Piemonte quel che gli spetta, vale a dire un riconoscimento per la primogenitura in fatto di cioccolato. E Novi è una tappa fondamentale. In pratica, lasciata la bici, si “inforca” il cioccolato. Non solo le industrie del Polo Dolciario, come Novi e Pernigotti, ma anche le pasticcerie del centro regalano attimi sublimi all’insegna del cioccolato, declinato in forme, sapori, consistenze diversi. E la fatica in bici diventa un piacevolissimo ricordo.

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