Martedì 7 Maggio 2024 - Anno XXII

Un’oasi griffata Zegna

Giardinaggio, ultima moda. Architetture floreali e prati all’inglese riempiono
i tabloid delle riviste patinate. Ma c’è chi ha preceduto la tendenza: gli imprenditori della lana, nelle sinuose e nascoste valli biellesi

Piante, fiori e vecchi casali

Cascina Lorenzo, uno degli antichi edifici del parco
Cascina Lorenzo, uno degli antichi edifici del parco

La fibra dell’alpaca non fu, però, l’unica gemma importata dal paese del Sol Levante. Durante le sue trasferte in Oriente, Giovanni Piacenza scoprì piante fino ad allora sconosciute in Italia. Erano i rododendri, classificati come “ibridi a grandi fiori”, propri dell’emisfero settentrionale che oggi, a distanza di oltre un secolo, continuano a fiorire verso la seconda metà di Maggio. Ne consegue che il momento più emozionante per visitare la Burcina è proprio quando, a cadenza annuale, i fiori del Caucaso incendiano con il loro prorompere lilla la conca del colle.
La cura del parco della Burcina divenne un impegno generazionale. Felice, primogenito di Giovanni, proseguì nel tracciamento di sentieri seguendo un progetto informale atto a soddisfare esigenze estetiche. La ristrutturazione non dimenticò gli edifici all’interno del parco, caratterizzati dalla struttura a due piani legata all’uso dei prati-pascolo. Al piano terra: una stalla per i bovini, principale sostentamento della famiglia contadina, il “crotin” per la conservazione dei formaggi e la cucina con il camino. Al piano superiore le stanze che usufruivano del calore proveniente dal piano sottostante e un fienile aperto.

Testimonianze archeologiche

Un’oasi griffata Zegna

Il resto è cronaca relativamente recente. Il 1959 fu l’anno del rinvenimento di suppellettili archeologiche: asce, spiedi, una brocca in bronzo dalla bocca trilobata e frammenti di vasi; oggetti ambiti presso l’aristocrazia celtica, come parte del corredo funebre delle tombe patrizie.
Anno difficile fu il 1967, quando un tornado si abbatté sul colle sconvolgendo l’ecosistema del parco, mentre gli anni Ottanta siglarono una data fondamentale: una legge regionale trasformava l’allora Parco della famiglia Piacenza nella Riserva Naturale Speciale della Burcina.

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Occhio agli scivoli

I ciambelloni
I ciambelloni

Sono due gli scivoli che costeggiano le pendici di Bielmonte, lungo Panoramica Zegna: il rolba run, figlio degli anni Ottanta e la più recente pista per ciambelloni.
La seconda è una struttura eco-compatibile, situata sul versante sud del Monte Marca, pensata per l’utenza più giovane. Attraverso un percorso della lunghezza di cento metri si vivono le emozioni della discesa, immersi in una coreografia montana.
Vertiginosa è, invece, la corsa sui bob estivi che tagliano i seicento metri di pista del Rolba Run. Una seggiovia permette di raggiungere la cime del monte Marca, incipit di una corsa contro il tempo. In slittino, naturalmente!

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