Lunedì 6 Maggio 2024 - Anno XXII

Torino “non sta mai ferma”

E’ il nuovo logo della città. Iniziative pensate e condotte secondo ritmi mediatici, per “impressionare” i visitatori. Chi è abituato a ritmi più compassati, a cose ordinate “per bene”, ne rimane sorpreso, talvolta sconvolto

Luci, mostre e spettacoli cittadini

Luci d'Artista: Nicola De Maria e il
Luci d’Artista: Nicola De Maria e il “Regno dei Fiori” in Piazza Carlina

Spettacoli di luci, suoni e danze animano i due cantieri, mentre sotto i portici della “seconda quarantaquattro” grandi manifesti, che rappresentano l’evoluzione dell’arte contemporanea, introducono ad altre iniziative. La più importante delle quali si dipana soprattutto in centro.
Si chiamano “L’amore non fa rumore” (Domenico Luca Cannoli, via Buozzi e via Amendola), “Vento solare” (Luigi Nervo, piazzetta Mollino), “Cosmometrie” (Mario Airò, piazza Carignano). Sono un modo diverso di presentare lo spazio urbano, reinventando con la luce vie e piazze.
Luci d’Artista (fino al 16 gennaio) ritorna in una nuova versione, con la novità dell’opera di Nicola De Maria “Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime”, in piazza Carlina.
Ad ogni edizione, aggiungendo opere e spostando quelle già viste in altri ambienti, si ottiene l’effetto di cambiare la percezione di diversi angoli della città, costruendo una “passeggiata della luce” che reinterpreta ciò che tutte le città del mondo fanno con l’illuminazione urbana e commerciale.
Così il “Tappeto volante” di Daniel Buren suggerisce un’ “altra” Piazza Palazzo di Città, e “Xenon for Torino”, di Jenny Holzer, proietta scritte luminose sulle mura di Palazzo Madama, facciata medievale. I rossi vapori di Jan Vercruysse (Fontane luminose) salgono verso Palazzo Reale, le scritte di Joseph Kosuth (Doppio Passaggio) movimentano i Murazzi, i numeri di Mario Merz (Il volo dei numeri) continuano ad arrampicarsi sulla cupola nera della Mole.

Neve “interpretata” nei quadri

150 capolavori esposti sul tema della neve
150 capolavori esposti sul tema della neve

Poi si va per mostre. Come ad esempio “Gli Impressionisti e la neve” che ha suscitato tanto rumore, anche se è appena iniziata. O la grande personale di Franz Kline, protagonista dell’“action painting” al Castello di Rivoli. O quella sull’“Estetica della Macchina” a Palazzo Cavour.
La neve, si sa, è collegata all’inverno, e quest’ultimo alle Olimpiadi del 2006. Ecco spiegato perché una mostra mai tentata sull’interpretazione della neve, a partire dai realisti di metà Ottocento fino a un solitario Edvard Munch, che introduce l’Espressionismo e quindi il Novecento. Molti storcono il naso per la distorsione filologica che la mostra introduce, ma Marco Goldin, che con la sua Linea d’Ombra ha riempito gli autunni trevigiani di migliaia di visitatori a suon di mostre sull’Impressionismo, tira diritto.
I numeri danno ragione. E così, chi va alla rinnovata Promotrice delle Belle Arti al Valentino, una bomboniera tardo ottocentesca, trova straordinarie interpretazioni del tema. Dai russi ai polacchi, dai belgi agli olandesi, passando per Max Liebermann e lo svedese Carl Larsson. Poi uno straordinario Segantini, Pellizza da Volpedo, Fattori. Che però fanno un po’ la figura del “contorno”, perché il piatto principale (il più amato dagli Italiani) è l’impressionismo. Vedute di Argenteuil e Giverny di Monet, di Louveciennes di Sisley, i villaggi di Bretagna di Gauguin, fino a Manet e Van Gogh.
Detto “en passant”, la mostra è il primo appuntamento di quelle “Olimpiadi della Cultura” che accompagnano sia il “Meno uno” (il 2005), sia l’anno olimpico.

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Espressionisti, Futuristi e clima natalizio

Franz Kline, Painting, 1952
Franz Kline, Painting, 1952

Altra cosa è Franz Kline (1910-62). Protagonista a New York dell’espressionismo astratto, è qui rappresentato con cento tra dipinti, disegni, schizzi degli anni Quaranta e Cinquanta, tra i quali Monitor, Painting, Provincetown.
E anche i futuristi, persi nell’esaltazione della “macchina”, quando ancora non si vedevano bene gli effetti anche devastatori della “macchina”, hanno molto da dire. Balla e Depero, il Futurismo torinese, il Polimaterismo, l’Aeropittura e soprattutto i protagonisti di Architettura Futurista (1914, Sant’Elia), ci propongono una visione innovativa e nello stesso tempo datata delle cose dell’arte.
Resta la bellezza sottile di tele come “Dalla carlinga” di Tullio Crali, che dal suo aereo vede una metropoli che “inghiotte” come un imbuto, giù in basso. Se poi proprio non sapete resistere al fascino del Natale, Borgo Dora offre il suo mercatino.

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