Mercoledì 1 Maggio 2024 - Anno XXII

Romagnano Sesia e la Fondazione “La Nosta Gent”

Nelle terre del vino. Quando l’entusiasmo e la serietà “fanno cultura” e promuovono il territorio

Romagano Sesia
Romagano Sesia

La vita culturale di una piccola comunità si manifesta in molti modi, anche se sono poche ed essenziali le regole da seguire affinché tali iniziative arrivino ad incontrare il gradimento prima e l’appoggio in seguito di chi in questi luoghi vive.
Inutile “scimmiottare” i grandi eventi delle grandi città: per ragioni economiche, di spazi espositivi, di possibilità d’affluenza di pubblico; il paragone non è possibile e finirebbe per risultare alla fine (se adottato) “estraneo” e quasi disgregante rispetto ai valori consolidati e per di più caratterizzanti della piccola località.   
Meglio, molto meglio, affidarsi convinti alle realtà di vita e di interessi del paese o della cittadina nella quale si vive e si lavora.
Se il tessuto urbano non è stato eccessivamente stravolto, se i trascorsi storici e di vita comune sono tuttora percepiti dalla popolazione come un arricchimento collettivo, se i diversi “modi” di fare cultura vengono ricercati, studiati, sviluppati e realizzati in comunione d’intenti e finalità condivise; se, ancora, gli attori (amministratori, operatori culturali, università, scuole, popolazione) partecipano attivamente per intimo convincimento e finalità condivise, ecco allora che “fare cultura” nei piccoli centri può rappresentare la chiave di volta per arrivare a creare interesse per il territorio e per le sue iniziative. 

Il Convegno

Villa Caccia
Villa Caccia

Detto questo, risulta facile e doveroso dar conto della manifestazione organizzata e realizzata dalla “Fondazione La Nosta Gent” di Romagnano Sesia (Novara) che dopo quella di quest’anno avrà cadenza annuale.
Il Consiglio Direttivo della Fondazione Onlus, dopo mesi di intenso lavoro preparatorio, ha varato prima e concluso poi il suo primo anno di vita e di lavoro, con il Convegno “Prospettive Territorio Futuro. I terreni poveri” che ha avuto luogo il 25 novembre scorso nei locali della “Serra” di Villa Caccia di Romagnano.
Varie e interessanti le relazioni svolte: da quella, chiara ed incisiva, del Prof. Andrea Cavallero, docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, che ha parlato della “Conservazione del paesaggio culturale e pastorale delle vallate valsesiane”, ottenibile solo sposando le peculiarità produttive del territorio alla fruibilità (controllata) dei flussi turistici. Non a caso Cavallero ha indicato nel “catasto pastorale” uno strumento di controllo (provenienza, qualità, finanziamenti) per la salvaguardia delle zone montane.

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Un momento dei lavori del convegno.
Un momento dei lavori del convegno.

Diverso e se vogliamo, di simpatica impronta “romantica”, l’intervento di Roberto Vanzi, già Presidente dell’Ente Riserva Naturale delle Baragge. Con la sua relazione “Baraggia del Piano Rosa: fruscio di Molinia”, Vanzi ha ricordato la poesia che emana da queste terre davvero “povere” ma nel contempo ricche di una naturalità sempre più minacciata dall’uomo e dagli insediamenti di vario genere. La “molinia”, una specie di erba paglierina che caratterizza il pianoro, è stata ravvivata dalla descrizione sapiente e partecipe della vita animale e vegetale che l’anima, col supporto gradevolissimo di splendide diapositive.
Terzo intervento, scoppiettante e dal tema rievocativo (Il Vignaiolo Piemontese) quello della Prof.ssa Giuliana Gay Eynard, dell’Istituto per la Valorizzazione Viticola del CNR di Torino, che ha presentato e commentato i termini viticoli di un “aureo” libretto del Chevalier Antoine de Plaigne, pubblicato in lingua originale a Torino nel 1784 e ora anche in italiano, grazie all’iniziativa dell’Associazione Culturale di Gattinara (Vercelli) borgo trecentesco dirimpettaio di Romagnano, al di là del fiume Sesia.  

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