Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Langhe, intima geografia delle parole

“Nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti” (Cesare Pavese). “Nelle ventose colline delle Langhe, scocca inevitabile l’ora della nostalgia e della riflessione” (Beppe Fenoglio)

Il paesaggio è il teatro della poesia pavesiana, un paesaggio composito e ricco di elementi antropici, agrari e naturalistici
Il paesaggio è il teatro della poesia pavesiana, un paesaggio composito e ricco di elementi antropici, agrari e naturalistici

È così in tutti i luoghi che ci appartengono. In quelli, poi, densi di suggestioni letterarie vissuti da Cesare Pavese e da Beppe Fenoglio, il paesaggio delle Langhe, segnato dal fluire delle stagioni, è di grande fascino e sembra attendere i visitatori per “raccontarsi”.  
Se il periodo di passaggio tra l’inverno e l’estate è il momento privilegiato da Pavese, quando la natura si mostra in un continuo divenire, sono invece la bruma, le nebbie o l’interminabile pioggia delle Langhe, gli elementi che predispongono l’animo a un letargo stagionale e alla meditazione.

Terra di narratori e di poeti

Cesare Pavese
Cesare Pavese

In una terra aspra e avara, ricca di simboli ancestrali, i narratori non inseguono più il sentiero della tradizione ma, accomunati dal respiro delle colline, affondano la loro visione nel realistico vissuto, segnato dal travaglio storico delle popolazioni rurali, durante l’ultima guerra.
Su uno sfondo di narrazione letteraria e di resistenza, l’alternanza di boschi, prati e casolari sperduti, rivela una dimensione umana.
Sui percorsi soffici ed erbosi (“in un niente si è all’apice della felicità del camminare in un libero alitare dei venti (Pavese)”. Sulle creste delle colline della Valle del Belbo si spazia a vista d’occhio e in giornate limpide, si scorge la dorsale alpina e il mare, che sfuma, lontano.

Cesare Pavese

La casa natale di Pavese
La casa natale di Pavese

Cesare Pavese nasce nel 1908 (quest’anno si sono festeggiati i cento anni dalla nascita) nella cascina paterna in località San Sebastiano. La madre Consolina proviene da una famiglia di ricchi commercianti di Casale Monferrato, mentre il padre Eugenio è cancelliere al tribunale di Torino. Nel 1916, dalla cascina di San Sebastiano si trasferisce a Reaglie, vicino a Torino e la sua vita si svolge tra Torino, Roma, la parentesi del confino a Brancaleone Calabro e un periodo a Serralunga di Crea, presso la sorella Maria. Ritorna spesso a Santo Stefano Belbo, sprofondando nel mito stesso della sua memoria. Definito “demone dello stile”, Cesare Pavese insegue con strenua ricerca formale l’alto esempio del conterraneo Alfieri, giungendo all’essenzialità dopo un lungo e graduale percorso.
Nel leggere” annota “i pensieri da noi pensati, questi acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Mentre le parole degli altri risuonano in una zona già nostra, che già viviamo, facendola vibrare”. Di rilievo la sua primaria attività di traduttore di scrittori inglesi e americani classici e contemporanei: da Defoe a Dickens, da Melville, Anderson a Faulkner, Stein, Steinbeck e Hemingway.

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