Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

Langhe in moto

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Non solo Barolo e tartufi, ma anche uno splendido territorio collinare che si presta a numerose attività sportive: dal trekking alla mountain bike, dall’escursionismo equestre al volo in mongolfiera. Ultimo, grande successo: il mototurismo

moto-piemonteEcco dunque la possibilità di scoprire Langhe e Roero percorrendo itinerari appositamente studiati per gli appassionati delle due ruote.
Percorsi che si dipanano su strade lente e tortuose, sempre asfaltate, fuori dagli itinerari più battuti. Non per chi vuole correre ad ogni costo: pensati piuttosto per un’utenza “tranquilla”, identificabile con una nutrita fascia di “Over Quaranta”, proprietari di moto di cilindrata media e grande, che amano scoprire e interagire con il territorio – le sue bellezze artistiche, naturalistiche, enogastronomiche – disposti magari a fermarsi una giornata in più in zona, sfruttando servizi ricettivi di buon livello.

Attrezzati per chi ama le escursioni

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A questo proposito c’è da dire che le Langhe hanno vissuto una vera e propria rivoluzione negli ultimi anni, con l’offerta ricettiva che è passata da duemila a seimila posti letto, spesso in strutture di ottimo livello e di molto charme, soprattutto fra gli agriturismi e i bed & breakfast. Così come già succede per i bike-hotel che danno supporto agli appassionati di ciclismo, la nuova iniziativa potrà contare su una rete di strutture ricettive contraddistinte da un logo: una moto su fondo giallo.
Qui, l’appassionato di moto saprà di essere accolto in modo particolare, quasi coccolato. C’è anche un sito internet dedicato (www.motorbike.langheroero.eu) che fornisce tutte le informazioni necessarie: dagli itinerari alle officine meccaniche alla possibilità di scaricare i vari road-book.
Per il momento sono stati predisposti quattro itinerari, supportati da una cartina che contiene la descrizione dei percorsi. Proviamo a scoprirli insieme.

A zonzo sulla Langa del vino

alta-langaQuota massima raggiunta: 496 metri; lunghezza totale: 152 chilometri; tempo di guida: 3 ore.
Con partenza e arrivo ad Alba, la capitale delle Langhe, questo itinerario attraversa le più famose zone di produzione di due grandi vini piemontesi, il Barbaresco e il Barolo e sconfina nel territorio del Dolcetto, altro rosso di qualità (non dolce, a dispetto del nome) che per molti sarà una piacevole sorpresa.
Da Alba si sale verso Barbaresco e Neive, scoprendo lungo la strada che queste colline hanno dato i natali ad un imperatore romano, Publio Elvio Pertinace.
Poi attraverso Treiso, Cappelletto e Manera, entriamo nei luoghi raccontati e descritti da Beppe Fenoglio. Con una breve deviazione si arriva fino alla restaurata Cascina del Pavaglione, luogo che fa da sfondo a “La Malora, uno dei capolavori dello scrittore albese.
Poi ci tuffiamo fra i cru del Barolo, con inevitabili tappe al Castello di Grinzane Cavour, dove il conte Camillo Benso fu sindaco per diciassette anni e fra i tanti meriti ebbe anche quello di “reinventare” il vino locale, trasformandolo in un grande rosso da invecchiamento.
Ancora elettrizzanti curve, prima in salita verso Sinio e Roddino, quindi in discesa fino a sfiorare l’immaginifico castello di Serralunga d’Alba.
Al centro di tutto l’itinerario, sta proprio il paese di Barolo con il castello che oggi ospita l’Enoteca Regionale. Si sale di nuovo a Novello, che sfoggia un castello che è una delle più riuscite realizzazioni di Giambattista Schellino, soprannominato il “Gaudì delle Langhe” per via del carattere eclettico delle sue opere.
Ora scendiamo verso la valle del Tanaro: le Alpi e il Monviso sono là davanti e ci sembra di toccarli. Attraversiamo il fiume per scoprire il parco archeologico di Benevagienna per poi salire verso l’elegante e appartata Cherasco, concedendoci qualche minuto per passeggiare fra le “mura stellate” descritte dalla scrittrice Gina Lagorio. Poi ancora Pollenzo, la “Pollentia” romana, che oggi mescola rovine archeologiche, la scenografica piazza neogotica dell’Agenzia Albertina e il via vai di studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche voluta da Slow Food.
Ultima puntata, in alto verso i borghi di Verduno e Roddi, poi in picchiata verso Alba che ci aspetta con le sue torri.

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Tra le case di pietra, per la Langa più alta

strada-del-prosecco_motoQuota massima raggiunta: 900 metri; lunghezza totale: 150 chilometri; tempo di guida: 3 ore.
E’ la Langa più segreta e nascosta, quella che quasi nessuno conosce. Paesaggi del tutto diversi dalla Langa del vino.
Sulle colline più alte prevalgono i noccioleti e i boschi nei quali pascolano capre dal cui latte si ricavano formaggi preziosi, come il Murazzano.
Insomma, un mondo a parte che vale la pena di scoprire partendo da Cortemilia, la capitale della nocciola tonda e gentile delle Langhe, circondata da terrazzamenti con case in pietra.
Salendo a Castino scolliniamo dalla valle Bormida alla valle Belbo e scendiamo verso Santo Stefano, il paese natale di Cesare Pavese. A ogni angolo si scoprono i luoghi descritti dallo scrittore: la collina della Gaminella, la casa di Nuto, il villino del Nido, la casa natale. Interessante la visita al Centro Studi che conserva molti documenti pavesiani, fra i quali la copia de “La luna e i falò”, con le poche righe di testamento spirituale trovate nella camera d’albergo dove l’autore si suicidò a Torino, nel 1950.
Con un panoramico itinerario la strada sale a Valdivilla, Mango e passando per Neive, Alba e Manera incrocia più volte l’itinerario del vino.
Ritornati in valle Belbo, si attraversa la zona dei noccioleti fra Cravanzana, Feisoglio e Niella Belbo. Di qui si può salire a Mombarcaro, la vetta delle Langhe, a 900 metri di altitudine, o raggiungere Murazzano con la sua bella torre.
Siamo nella Langa più estrema, ormai ai confini con la Liguria. Ma paesaggi e borghi di pietra non deludono chi si è spinto sin qui: Sale San Giovanni, Sale Langhe, Camerana, Gottasecca, Prunetto, Bergolo. E’ tutto un susseguirsi di castelli, affreschi, torri e splendidi panorami. Da Bergolo, otto chilometri di divertenti curve ci riportano a Cortemilia.

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Guardando il Roero

piemonte-motoQuota massima raggiunta: 513 metri; lunghezza totale: 98 chilometri; tempo di guida: 2 ore.
Il Roero è la “rive gauche” del Tanaro. Spalle alle sorgenti, a destra ci sono le morbide e vitate Langhe, a sinistra il più rude e boscoso Roero.
Con vini altrettanto eccellenti e anche un po’ meno cari. Ottimo argomento per conoscere meglio questa zona complementare alla Langhe, misconosciuta fino a una ventina di anni fa e oggi finalmente valorizzata e apprezzata per le sue peculiarità storiche e paesaggistiche.
Anche qui colline, naturalmente, punteggiate di castelli. Coltivate a vite e a piante da frutto: celebri le pesche di Canale e le fragole di Sommariva Perno e Baldissero d’Alba. Ma anche molti boschi interrotti dalle profonde e misteriose “rocche”, i calanchi locali.
L’itinerario parte e arriva a Bra, bella cittadina barocca dove è nato il movimento Slow Food. La chiesa di Santa Chiara è il capolavoro di Bernardo Vittone e va assolutamente visitata. Poi si può dare gas e attraverso Cherasco raggiungere, sconfinando per un attimo nelle Langhe, il belvedere di La Morra.
Di nuovo giù nella valle del Tanaro (si incrocia l’itinerario del vino) per salire verso un altro eccezionale punto panoramico: Santa Vittoria d’Alba.
Ora, di collina in collina, è tutto un susseguirsi di grandi castelli: quello di origine medievale di Monticello, quello settecentesco di scuola juvarriana a Guarene, quello seicentesco di Magliano Alfieri, dove trascorse alcuni anni anche Vittorio Alfieri, fino al castello barocco di Govone che fu residenza di Carlo Felice di Savoia. Consigliabile una tappa a Canale, magari per una sosta all’Enoteca Regionale, per poi salire su un percorso in “bilico” sulle rocche, che si dipana fra Monteu Roero, Montaldo Roero, Baldissero d’Alba, Sommariva Perno e Pocapaglia.

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Dal lago al mare attraverso Monferrato, Roero e Langhe

langhe-a-roeroQuota massima raggiunta: 957 metri; lunghezza totale: 402 chilometri; tempo di guida: 9 ore.  Percorso consigliato in due giorni, con pernottamento.
E’ l’unico percorso che va oltre i confini delle Langhe e del Roero, pensato per chi,
arrivando da Nord, vuole attraversare in latitutide tutto il territorio collinare piemontese per sbucare sul Mediterraneo.
Partenza e arrivo sono previsti rispettivamente ad Arona, in Svizzera e ad Alassio, ma ovviamente si può percorrere l’itinerario anche in senso inverso.
Per alcuni tratti si sovrappone ai precedenti itinerari, ma ha dei segmenti tutti suoi, come quello fra Monforte d’Alba e Bossolasco.
Molti gli spunti di interesse: da Monforte, ultima roccaforte dei Càtari in Piemonte (furono poi messi al rogo a Milano, in corso Monforte) a Dogliani, la capitale del Dolcetto, fino a Bossolasco, una delle piccole capitali dell’Alta Langa, con il centro ravvivato da centinaia di piante di rose.

Informazioni utili
Ente Turismo “Alba, Bra, Langhe Roero”:
Alba, piazza Risorgimento (davanti al Duomo) telefono 0173 35833
www.langheroero.it
Sito dedicato al mototurismo:
www.motorbike.langheroero.eu
Per prenotazioni alberghiere:
Consorzio Turistico “Langhe Monferrato, Roero” telefono 0173 362562
www.turismodoc.it
Da leggere:
In moto in Piemonte. 22 percorsi dalla montagna al mare di Fabrizio Bruno.
Torino, Blu Edizioni, 2007

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