Martedì 30 Aprile 2024 - Anno XXII

Natura prossima ventura

Il 2007 è giunto al capolinea, così come, a detta di molti, al capolinea pare si stia avviando anche il mondo in cui viviamo. Che sarebbe al contrario da rispettare e proteggere con la stessa attenzione che dedichiamo alle mura domestiche

Ambienti incontaminati, beni preziosi
Ambienti incontaminati, beni preziosi

Come si presentava la natura mille anni fa e, prima ancora, negli anni di Cristo? Com’erano i mari, le coste i fiumi, le valli, le pianure, le campagne, i monti e i boschi? In quei tempi si è forse venuto formando il grande equivoco del rapporto fra l’uomo e l’ambiente.
Tutto era perfetto, abbondante, incontaminato; e l’uomo se ne è approfittato, senza riserve mentali e comportamentali. Poi, col trascorrere dei secoli, i rapporti di “forza” tra l’uomo e la natura si sono fatalmente risolti a danno di quest’ultima. Oggi, chi è giovane – e il più delle volte nemmeno vi fa caso – vive una realtà ambientale che accetta come se costituisse parte della vita stessa. Molti tragici indizi lo confermano.

Una vita di corsa

Natura prossima ventura

Soffochiamo nello smog e abbiamo i nervi a fior di pelle per i rumori e per quel dannato “muoversi”, immersi fino al collo nella gelatina umana delle metropoli. Passiamo ore e ore inscatolati nelle auto sperando che la “coda” mostruosa di veicoli si muova di qualche chilometro. Non sappiamo più sorridere e diventiamo persino aggressivi, nel timore di subire assalti – talvolta solo immaginati – al guscio personale a quattro ruote che ci protegge e ci isola.
Si è irrimediabilmente persa quella che un tempo si chiamava, un po’ ingenuamente, “gioia di vivere”; ciò non di meno pretendiamo ad ogni piè sospinto di poter migliorare la nostra qualità della vita senza pensare, o facendo finta di ignorare, che la “qualità” di pochi viene spesso pagata dai disagi dei più.
Il degrado fisico di città, paesi e campagne si accompagna al degrado morale di un menefreghismo dilagante e di un’incuria sovrana riservata ai beni della collettività. Se poi qualcuno lo fa notare, magari con garbo, viene zittito, deriso, invitato a farsi i fatti suoi.
Così, sconfitta dopo sconfitta, presi dal vortice di un consumismo incontrollato e affascinati dal mito della “globalizzazione” imperante, si finisce per abbassare la guardia. Al diavolo, vada come vuole andare. E ci si riduce a curare, non sempre al meglio, il solo orticello di casa.

LEGGI ANCHE  Shamwari: animali in libertà e scuola di vita

Pianeta in crisi

Vivere la natura con rispetto
Vivere la natura con rispetto

Il mondo in cui viviamo è purtroppo lo specchio screpolato di tale andazzo. Ogni rimedio logico si scontra con miriadi di interessi privati e differenti.
Una decisione e una legge, nate da un consesso politico e democratico, quando incontrano un’opposizione costruttiva qualche risultato lo raggiungono, ma più spesso succede che forme di ostruzionismo duro, per gli interessi contrastanti di altri gruppi di potere, determini un’applicazione finale, quindi “operativa”, solo dopo che le famose vacche hanno già lasciato la stalla.
L’irreparabile è già realtà; il danno (anche parziale) non fa che accentuare quella curva disgregatrice che volevamo raddrizzare. Ci vediamo, giorno dopo giorno, alienati quei “beni” naturali che costituivano la nostra vera ricchezza spirituale; la nostra bolla d’equilibrio psicologico.
In altre parole, ci sentiamo in colpa per come abitiamo la Terra, senza trovare in noi stessi la forza e la volontà di modificare, con buon senso e determinazione, in modo graduale ma senza cedimenti, questo allarmante stato di cose.
Terzo millennio da poco imboccato, dunque, che ci apprestiamo a vivere non sappiamo bene come.

Condividi sui social: