Lunedì 13 Maggio 2024 - Anno XXII

Barolo, finalmente il museo del vino

La nuova esposizione multimediale sul nettare di Bacco trova sede nello storico castello dei marchesi Falletti. Il progetto è di François Confino. Inaugura l’11 settembre, alla presenza del ministro Brambilla

Una suggestiva immagine del castello dei marchesi Falletti
Una suggestiva immagine del castello dei marchesi Falletti

Autorità locali, regionali e nazionali taglieranno il nastro, sabato 11 settembre, dell’atteso Wi-mu, museo del vino, nel castello di Barolo. E’ stata annunciata anche Michela Viittoria Brambilla, ministro per il Turismo, all’inaugurazione di un progetto che è costato tre anni di lavoro e che aspira a diventare una delle attrazioni più importanti delle Langhe. Alberto Cirio, assessore al Turismo della Regione, Gianna Gancia, presidente della provincia di Cuneo e Walter Mazzocchi, sindaco di Barolo apriranno ufficialmente al pubblico un’esposizione multimediale di venticinque sale, risultato di in investimento dichiarato di alcuni milioni di euro. il progetto è di François Confino, già ideatore degli allestimenti per il museo nazionale del cinema alla Mole Antonelliana e attualmente al lavoro per il museo dell’automobile di Torino. Il museo di Barolo sarà festeggiato anche con eventi al pubblico, a ingresso gratuito: venerdì 10, con il concerto di Simone Cristicchi e Gnu Quartet e domenica con lo spettacolo “Pierino e il lupo”, di Sergej Prokof’ev, rivisitata in chiave jazz.

Diorami e degustazioni

Una delle 25 sale del museo
Una delle 25 sale del museo

“Il Wi-Mu è frutto di un impegno corale, a partire dalla partecipazione della Regione Piemonte, degli enti locali e delle fondazioni bancarie”, ha detto Walter Mazzocchi, sindaco di un comune che conta 750 anime e che, dal 1970, possiede e gestisce lo storico castello dei marchesi Falletti. Il nuovo museo, continua il sindaco, “ha un allestimento coinvolgente e innovativo, che vuole emozionare il visitatore e introdurlo alla civiltà e alla cultura del vino”. Non sarà, sottolinea Mazzocchi, “il museo del vino Barolo, anche se non è un caso che si trovi qui, perché Barolo è un simbolo e le Langhe stesse sono state candidate a patrimonio dell’umanità Unesco”.

LEGGI ANCHE  La provincia romana nel piatto

Il percorso si snoda su cinque piani, a partire dal più alto per concludersi nelle cantine. I due livelli inferiori ospitano il “tempio dell’enoturista”, con degustazioni guidate e infine la preesistente Enoteca regionale, che espone e vende la produzione degli undici paesi del vino Barolo.

Giulia Barolo e Silvio Pellico

Vigneti intorno a Barolo
Vigneti intorno a Barolo

Nessuna bacheca e vecchie bottiglie, peraltro, nel resto dell’esposizione che punta su installazioni e ambienti virtuali per raccontare la storia del vino, le fasi di produzione, il suo ruolo nell’arte e nella letteratura. Tecnologie multimediali entrano in un edificio che risale al Medioevo e che, tra gli altri, ha visto il soggiorno di Silvio Pellico, consigliere della marchesa Giulia di Barolo e responsabile della biblioteca. Dopo il 1864 Il castello divenne, per volere della marchesa, sede di un Collegio. Negli anni ’70 venne rilevato dal comune grazie a una sottoscrizione collettiva e dal 1982 è aperto al pubblico. “Oggi il Wi-Mu è un ulteriore salto di qualità, una grande opportunità per il territorio”; afferma Mazzocchi. “Si affianca ai due importanti musei di François Confino a Torino e darà occasione ai turisti di fermarsi più a lungo nei loro itinerari di visita, enogastronomica e culturale, in Piemonte”. (10/09/10)

 

Per informazioni

www.wimubarolo.it

www.castellilangheroero.it

Condividi sui social: