Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Garibaldi e la sua nave corsara in Brasile

Festa dell’unità d’Italia. Prosegue il ricordo delle gesta dell’Eroe dei Due Mondi. Nella precedente puntata Garibaldi affronta le prime lotte nei due paesi sud americani nei quali vivrà per 12 anni (dal 1835 al 1847). Le esperienze militari risulteranno alla fine decisive, una volta tornato in Italia, per l’unificazione del Belpaese

Giuseppe Garibaldi
Giuseppe Garibaldi

Il soggiorno di Garibaldi a Rio doveva durare poco: appena fosse aumentata la tensione politica in Europa il nizzardo sarebbe tornato in Italia a lottare per la libertà. Ma la reazione dell’assolutismo decisa dal Congresso di Vienna era (per usare un vecchio linguaggio politico) ‘in agguato’ e di libertà e indipendenza del Belpaese meglio non parlarne. A Garibaldi non restò quindi che trasformare in una sorta di bottega galleggiante una piccola nave, battezzata ‘Mazzini’ e acquistata per riportare gli esuli in patria. Su una costa del Brasile già popolata, Rio contava 140.000 abitanti, il futuro Eroe dei due mondi sbarcò il lunario comprando e rivendendo farina, frutta, miglio, distillati; facendo cabotaggio, tra Cabo Frio e Campos.

Ma i pochi guadagni dovuti alla difficile navigazione in un dedalo di isole, all’inesperienza e, scrisse nelle sue Memorie, alla “gente niente meno che ladra”, acuirono in Garibaldi la voglia di lasciare Rio. Un desiderio divenuto realtà in circostanze quantomeno bizzarre, visto che anche in quell’angolo del sud America c’era da menare le mani nel nome della libertà.

Un naviglio buono per le merci e le battaglie

La città Garibaldi nella regione di Rio Grande do Sul
La città Garibaldi nella regione di Rio Grande do Sul

L’imperatore Pedro II regnava da despota nell’immenso Brasile, otto milioni e mezzo di chilometri quadrati, terre vergini, foreste amazzoniche, pochi gli insediamenti urbani, in maggioranza lungo le spiagge atlantiche, con il risultato che le enormi distanze e la politica accentratrice del monarca generarono aneliti di autonomia e indipendenza. Fu il caso del Rio Grande do Sul, una terra vasto quanto l’Italia, all’estremo sud del Paese, al confine con l’Uruguay e l’Argentina (da poco indipendenti dall’impero spagnolo e a loro volta impegnate in guerre civili tra Caudillos o a respingere i tentativi di conquista dei brasiliani). Nel settembre del 1836 i ‘liberali’ Farropos (straccioni), in lotta contro i ‘conservatori’ Camelos, proclamando l’indipendenza della Republica Rio-grandense si misero guerra con Rio de Janeiro, un conflitto combattibile a terra grazie ai leggendari Gaùchos, ma tutto da inventare sul mare. Ci pensò Garibaldi, che, coronando il sogno di combattere una Guerra di Corsa, nel maggio del 1837 ricevette una ‘regolare’ Patente con tanto di emblema della neonata repubblica. Con il risultato che la “Mazzini” – acquistata per condurre i rivoluzionari in Italia, poi destinata al trasporto merci e infine autorizzata “a incrociare per mari e fiumi attaccando navi mercantili e da guerra del Governo del Brasile” – finisce per diventare ‘nave corsara’.

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Il “Capitao-Tenente” incontra Anita

Un ritratto di Anita Garibaldi
Un ritratto di Anita Garibaldi

Ma il futuro Duce dei Mille oltre a qualche isolato arrembaggio doveva anche allestire una ‘Marinha de Guerra’, senza navi e su un litorale in cui mancavano pure porti e protezioni naturali. Basta percorrere la strada che conduce lo stato del Santa Catarina all’Uruguay per notare l’assenza di posti protetti in cui ancorare, solo piatte spiagge infinite. Conferitogli il comando con il grado di ‘Capitao-Tenente’, Garibaldi combatte, compie grandi azioni da ‘commando’ (un Chè Guevara, anzi molto di più, ante litteram?). E gli imperiali non passano. Le gesta di Garibaldi nel Brasile ribelle si protrassero fino al 1841, ardimentose non meno che romantiche. Ferito, fugge dalla prigione uruguaiana di Maldonado e torna nel Rio Grande, montando per la prima volta a cavallo, dopo una cavalcata di 500 chilometri ‘ventre a terra’, grazie all’ “escotero” (usanza ‘gaùcha’, la sostituzione di un cavallo stanco con uno fresco). Nella immensa Lagoa dos Patos, Laguna delle Anatre (250 chilometri lungo la costa atlantica) combatte tante battaglie, indossa già la camicia rossa. Fin quando, il 27 luglio 1839, a Laguna, porto del Santa Catarina, il trentaduenne “Josè” incontra la diciottenne Anita. Inizia un mito, una Love Story, che in Brasile, alcuni anni fa, divenne ovvia preda della televisione (a lungo furoreggiò la telenovela ‘A Casa Das Sete Mulheres’, con i Garibaldis co-protagonisti in un filmato dedicato alle vicende rivoluzionarie).

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