Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Lanzarote, l’isola dei cammelli

Sulle tracce della storia: quella con la “S” maiuscola e quella affidata a personaggi minori che hanno lasciato l’impronta (indelebile) del loro passaggio in territori, mari e isole. Come è successo a Lanzarotto Malocello da Varazze

Lanzarote, l'isola dei cammelli

 

Tanti posti nel mondo devono il nome a personaggi che figurano nella storia a differente titolo: l’America e Amerigo Vespucci, navigatore, la Bolivia e Simòn Bolìvar, libertador, la Rhodesia e Cecil Rhodes, uomo d’affari colonialista inglese. Ma ovviamente i nomi di terre e mari che si leggono sulle carte geografiche ricordano soprattutto i loro scopritori. Fa curiosamente eccezione – a voler essere estremamente pignoli e meticolosi – Lanzarote, magnifica non meno che diversa isola delle Canarie (l’origine vulcanica ne ha modellato inquietanti e fantastici panorami) che deve il nome a Lanzarotto Malocello. Non esattamente suo scopritore (laddove si fa riferimento a chi trova, inventa qualcosa dal nulla) perché le Isole Fortunate, il Giardino delle Esperidi del mito di Atlantide, erano già note nell’antichità, ai greci e – ci mancherebbe – ai fenici; si ritiene che furono visitate dall’ammiraglio cartaginese Annone e in epoca romana le descrissero Plutarco e Plinio il Vecchio. Ma alle civiltà greca e romana seguì quel Medio Evo che costituì una sorta di black out del pensiero umano, cancellando o lasciando poche tracce del Mondo Classico. In pratica le conoscenze storiche e geografiche (salvo, nel caso di quest’ultime, qualche trattato di dotti arabi) ripartivano da zero, o quasi, e sarebbe pertanto ‘historically’ poco corretto e ingeneroso declassare l’impresa di Lanzarotto a “riscoperta” di Lanzarote.

Lanzarote, rampa di lancio per le Americhe

Lanzarote, l'isola dei cammelli

Effettivamente, dopo i tanti secoli bui dell’Europa ‘barbarica’, agli albori del Rinascimento, l’uomo tornava ad allargare i suoi confini e in Italia il sorgere di illuminate Signorie fu anticipato da Genova e Venezia, già attive a oriente con importanti traffici e commerci. Era venuto il momento di oltrepassare le Colonne d’Ercole. Ed esplorando terre ormai dimenticate, presenti solo nei miti, tra immense acque il navigatore Lanzarotto scoperse nel 1312 la più nord-orientale delle Isole Fortunate. Un’impresa di notevole importanza storica e geografica. Da Lanzarote proseguì infatti l’insediamento spagnolo in quell’arcipelago che costituì una vera e propria ‘base di lancio’ delle esplorazioni e delle scoperte nell’America, per divenire in seguito un punto di congiungimento, di traffici e culture tra il Nuovo e il Vecchio Continente; di fronte, il continente africano le cui coste furono esplorate dagli allievi della mitica Scuola di Sagres voluta da Enrico il Navigatore).

LEGGI ANCHE  Flavio Briatore è un”gufetto”

Da Manrique a Riserva della Biosfera

Lanzarote, l'isola dei cammelli

A Lanzarote, poi, dove la natura vulcanica potrebbe aver dimenticato qualche ulteriore richiamo turistico è subentrato il genio di Cesar Manrique, pittore, scultore, architetto, leggasi un poliedrico artista (nato nel 1919 nella ‘capitale’ Arrecife). Negli anni di grande slancio del turismo lanzaroteño Manrique ideò, suggerì, operò. Raramente una località deve tanto a un solo uomo. Dichiarata dall’Unesco Riserva della Biosfera, preservata (come tante isole di non facile raggiungibilità) da un turismo sbracato, mondana il giusto (vi hanno recentemente soggiornato Alonso e Massa, ma soprattutto per relax), in questi ultimi 700 anni è davvero cambiata tanto. C’è da scommettere che non la riconoscerebbe nemmeno il suo (ri?) scopritore, Lanzarotto (o Lancillotto o Lancelot) Malocello da Varazze (con tutto il rispetto per Genova). (09/02/2012)

Condividi sui social: