Giovedì 12 Dicembre 2024 - Anno XXII

Tramonto sul Golfo del Quarnaro

Quarnaro Fiume croazia

Nel tratto di mare che bagna Fiume, terra di insediamenti serbi e romeni ma soprattutto italiani lungo il mite Adriatico, nella sera che si tinge di rosso

Quarnaro Fiume
Fiume

di Luigi Cardarelli

Passando appena fuori di Trieste, la sentivo subito quell’atmosfera tanto mitteleuropea e cosmopolita della città giuliana. Poi svoltai ad est tagliando l’italianissima penisola dell’Istria, verso il golfo del Quarnaro e le ghiaiose e bianche spiagge di Dalmazia. Antica provincia romana dell’Illiria ben un secolo prima di Cristo: landa boscosa di fitte selve e di agguati, selvaggia terra ribelle e di rivolte. Inizia a Fiume il golfo del Quarnaro, dove Gabriele il vate divenne celebre al mondo con l’impresa e davanti ad un dedalo di isole grandi ed isolotti, donde presso nacque il gran mercante veneziano Marco Polo.

Quarnaro Isola di Pag
Isola di Pag

Di fronte a quel mare dall’acqua calda e limpida e dal colore dello smeraldo intenso, sembra quasi di vederli i bastimenti veneziani carichi delle spezie più pregiate, con gli esotici sapori dell’oriente.
Terra croata oggi, di insediamenti serbi e romeni, ungheresi ma sopratutto italiani. Lungo tutto il mite Adriatico, erano colonie, basi ed approdi sicuri della plenipotenziaria e ricchissima Serenissima repubblica. Fra le bianche case con i tetti rossi e le chiese ortodosse, incantano le costruzioni in pietra nei vetusti borghi che degradano dentro baie nascoste e ben protette.

Quarnaro Crikvenica
Crikvenica

Ammirando i mediterranei pini, le viti e gli ulivi fin quasi in riva al mare, le querce, gli aceri ed i faggi subito dietro la costa con la bianca roccia carsica, sentendo poi l’odore forte delle erbe aromatiche e quello invece più tenue di lavanda. Ma anche l’aroma del mare e del pesce pescato,del miele, di castagne e formaggi dell’interno. Arrivo infine alla riviera di Crikvenica, una cittadina dal lignaggio secolare e ricca anche d’acque termali, con una architettura in stile” belle epoque”. Sotto le vetrate riparate fuori i bar, un miscuglio di popoli e di genti, poi di notte arriva un bel fresco rigenerante quasi da collina. Nella sera che tinge di rosso acceso le facciate degli eleganti alberghi, l’unico rammarico sono le signore slave che non ti regalano nulla, neppure il più fugace dei sorrisi…

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