Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

Giù nel verde Michoacan

Un viaggio in Sud America. Il sapore dell’avventura, l’incontro con la gente del posto, pittori, scultori, tanti italiani. L’avventura vissuta negli anni Ottanta da Sergio Giommoni di cui vi proponiamo un estratto del libro “In America Latina”, Edizioni Effigi

Il lago di Patzcuaro
Il lago di Patzcuaro

 

Chi ha detto che il Messico è tutto arido e semidesertico?

Ci sono stati boscosi e pieni di verde. Uno è il Chiapas, al Sud, l’altro è il Michoacan, uno stato pieno di boschi e di laghi, non lontano da Città del Messico. Lì ci sono i laghi di Patzcuaro, di Erongaricuaro e altri, di cui non ricordo nemmeno più il nome.

Io arrivai a Patzcuaro, la capitale, venendo dal Nord. La città era molto graziosa, aveva quell’aspetto da città della frontiera che tanta iconografia sul West Nord-americano ci ha descritto, impreziosita però da note di barocco spagnolo. Il lago omonimo era più in basso, nella vallata.

 

A Patzcuaro ho passato giornate meravigliose, sulla stessa piazza su cui era l’albergo c’era anche un ottimo ristorante e se non avevo voglia di andare al ristorante potevo sempre mangiare una o due pannocchie arrostite che un ambulante vendeva proprio sotto all’albergo, nella piazza. Lì mi hanno parlato anche di un altro lago, quello di Erongaricuaro. Ci viveva una comunità internazionale di artisti: pittori, scultori, e così un giorno decisi di andarli a conoscere.

 

Il paese di Erongaricuaro aveva l’aspetto di tanti altri pueblos messicani, strade sterrate ai cui lati si alzavano alti muri di mattoni di terracotta. Quindi non appariva un albero dalla strada; bastava però superare il muro che separava il giardino dalla strada e ti trovavi in un paradiso di verde. Questo era l’aspetto della prima casa in cui entrai, abitata da un’artista italiana. Lei si occupava di bigiotteria, faceva gioielli ispirandosi ai disegni tradizionali degli indios della zona. Grazie a lei ho conosciuto anche molte altre persone, c’era un altro pittore, sempre italiano, alcuni nord americani e un ragazzo tedesco, Rolf.

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Rolf non si occupava di arte, ma aveva un campetto in cui coltivava il grano. Tutte le settimane, con il grano che ricavava dal suo lavoro faceva il pane, con una sacralità che avevo dimenticato. Era un ragazzo dolce, sensibile, sicuramente triste. Aveva una storia che vale la pena raccontare.

Giù nel verde Michoacan

In Germania faceva l’insegnante; per sfuggire alla logica perversa del nostro modo di vivere era andato in Messico e lì aveva sposato una ragazza del distrito Federal (di Città del Messico e dintorni intendo), acquisendo così la cittadinanza messicana, cosa a cui lui aspirava.

Era l’esempio vivente di una fuga all’incontrario, tutti che dal Terzo Mondo vogliono venire nel nostro, nel mondo occidentale e lui che aveva fatto la scelta opposta, così radicale da diventare anche, con il matrimonio, cittadino messicano. Poi la storia con quella ragazza era andata a male, purtroppo, si erano già separati. Lui però continuava a conservare la cittadinanza messicana. L’ho conosciuta. Quella ragazza una volta è venuta a trovarci, evidentemente dovevano ancora sistemare le pratiche della separazione e aveva l’aspetto e la mentalità occidentalizzati, come succede a molte persone che vivono nel Distrito Federal.

 

Lui invece no, era diverso, viveva in una casa col pavimento di terra battuta insieme al suo cane, l’unico affetto che avesse, e secondo me era già in odore di tubercolosi. Era uno sconfitto, la scelta che aveva fatto si era rivelata perdente, ma viveva la sua sconfitta con grande dignità. Era una persona molto sensibile, avemmo modo di passare diversi pomeriggi insieme: “Que buena onda, Sergio“, diceva, e veramente il rapporto fra di noi era empatico al massimo.

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Anche con gli altri ragazzi ero amico, abbiamo passato diverse giornate a parlare di pittura con l’italiano, il quale puntigliosamente mi faceva vedere i suoi quadri e mi faceva notare gli eventuali errori da correggere. Io stavo un po’ anche con loro, qualche giornata l’ho passata per le vie di Patzcuaro, altre giornate a giro per lo Stato del Michoacan, dove per esempio ho trovato un villaggetto, un puebio, tutto abitato da discendenti di italiani, la Piccola Italia lo chiamavano. Oppure andavo alle maestose rovine di Zin Zun Zan, espressione di una cultura pre-azteca, che si trovavano vicino a Patzcuaro.

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