Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

La Puglia dei Castelli

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Le tante anime della Puglia turistica. Visitare i Castelli della Messapia, dell’Alto Salento jonico e brindisino e sostare tra masserie fortificate e trulli. Castelli normanni, angioini e aragonesi di difesa, controllo e combattimento

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Castello Alfonsino

Per scoprire le anime nascoste della Puglia, la natura, la storia, la tradizione e il gusto e favorire così la destagionalizzazione del turismo, l’Assessorato regionale pugliese alla cultura, ha dato vita ad una serie di tours, riservati ai giornalisti. Sette itinerari spalmati sul territorio, con l’obiettivo di presentare e diffondere la maggiore conoscenza della luce di Puglia, come quella di Ostuni e degli Ori di Taranto, passando per Castellana e le sue grotte, sostando presso i castelli dell’Alto Salento, tra masserie fortificate, trulli e Valle d’Itria, la pietra leccese, le ceramiche di Grottaglie in compagnia dell’immancabile e sana cucina regionale.
Reduce da uno di questi itinerari, quello riservato ai castelli dell’Alto Salento, ci apprestiamo a presentarli, a farli conoscere, a quanti non li hanno ancora visitati. Castelli e manieri di ogni genere, di ogni grandezza, di ogni epoca storica, a seconda delle dominazioni che la Puglia ha dovuto subire ma, anche dei benefici che, comunque, ne ha tratto, perché se non fossero state realizzate queste testimonianze, la Puglia sarebbe stata più povera.

Puglia terra di castelli normanni, angioini, aragonesi

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Cortile del Castello di San Vito dei Normanni

La Puglia viene ritenuta terra d’eccellenza e privilegiata per la gran parte di castelli realizzati nel periodo svevo riconducibile al suo imperatore Federico II. Ma la Puglia dei castelli non è solo quella o questa. C’è la Puglia dei castelli normanni, angioini, aragonesi. Anzi, come nel caso di Taranto, dove insiste un castello conosciuto come aragonese, attuale sede del Comando della Marina Militare, non è sbagliato riconoscerlo e definirlo svevo-angioino-aragonese, per la preesistenza di testimonianze risalenti ai periodi precedenti.
Castelli di difesa, di controllo, di combattimento. Castelli trasformati o contenenti al proprio interno forme di vita attiva, di addestramenti, di strategie politico-militari ma, anche, luoghi di contenzione, riservati a soggetti riottosi, di prigioni per una detenzione più dura, più rigida e più ferrea.
La storia, la leggenda, la fantasia romanzata, le ricostruzioni, alcuni documenti  fanno riferimento a un ospite importante, rinchiuso nelle carceri di Taranto: il conte di Montecristo, così come è raccontato nella trama stesa dall’autore dell’omonimo romanzo, Alexandre Dumas.

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Castelli tra fascino e mito

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Castello Alfonsino, vista panoramica dall’alto

I castelli sono il fascino e il mito della storia. Ancora oggi raccontano gesta. I castelli pugliesi, molti di quelli visitati si affacciano sul mare, sono autentiche fortificazioni per la gente che viveva di mare e che viveva a contatto con i traffici fluviali e marittimi, favorendo il commercio, scambio di interessi culturali. Non a caso, Brindisi, definita porta d’Oriente, era, dopo Roma, la città più ricca e importante dell’Impero di cui si leggono le antiche vestigia di ville, mosaici e statue. Testimonianze di civiltà, di popoli che hanno transitato, che si sono confusi, hanno combattuto; hanno vissuto la loro storia, il loro mondo, trasmettendo quella cultura, emersa attraverso scoperte, studi, scavi archeologici, divenuta ricchezza turistica e culturale per quella che, non a caso, fu terra dei Messapi. La presenza dei castelli, di alcuni castelli diventati, oggi, presidi militari della Marina italiana sono la conferma che un simile patrimonio artistico, per la migliore salvaguardia, non poteva non essere affidato, sia pure in tempi di pace, a chi, per vocazione, per scelta è preposto alla difesa del mare e del territorio della terra ferma.

Taranto città dei due mari, Brindisi città dei due castelli

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Brindisi, Castello Svevo

Taranto, conosciuta come la città dei due mari, conserva bene la sua fortezza, meno il suo centro antico, tutto da salvaguardare, da recuperare, da rigenerare nella prospettiva di creare l’unicum forte che è sempre esistito tra le diverse civiltà che si sono succedute e l’hanno abitata. Se Taranto è la città dei due mari, Brindisi è quella dei due castelli, che si affacciano e lambiscono il mare sin dalle loro fondamenta. Il castello svevo di Brindisi o anche castello di terra, per distinguerlo dal Castello di mare o castello svevo-aragonese, per l’origine sveva e le ulteriori modifiche nel periodo aragonese, si trova a ridosso del centro storico di Brindisi, una sua parte si affaccia all’interno del porto cittadino, a difesa anche di quest’importante area della città. Nel corso del XVIII e XIX secolo è stato adibito a penitenziario, successivamente a Comando della Marina Militare, subendo alcuni interventi di adattamento, ma conservando intatta la struttura.
Il castello alfonsino, detto anche Castel Rosso, dal colore dei conci di carparo, tipica pietra locale, usati per la sua costruzione, o castello di Mare, è una complessa opera fortificata costruita sull’isola di Sant’Andrea, all’imboccatura del porto esterno di Brindisi. Il castello è contiguo al Forte a mare, i cui lavori di costruzione, iniziati nel 1558, regnante Filippo II d’Austria, figlio di Carlo V.

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La città e il castello di San Vito dei Normanni

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Castello San Vito dei Normanni

Dal mare alla terra ferma si passa alla visita del castello di San Vito dei Normanni, ridente cittadina in provincia di Brindisi, attualmente abitato dalla famiglia Dentice di Frasso. La storia di questo castello coincide con la storia della Città di San Vito dei Normanni. La costruzione della Torre, nucleo principale del Castello, viene attribuita a Boemondo il Normanno. La torre presenta sulla sommità merlature, feritoie e caditoie, mentre internamente si sviluppa su tre piani, di cui il piano terreno è costituito dalla cappella di famiglia (prima chiesa parrocchiale di San Vito), il primo piano da un salone dove anticamente i signori tenevano le vettovaglie e un ultimo piano che talvolta veniva utilizzato come carcere.
Questa è la Puglia che si trova a nord del Salento, compresa in quella parte di territorio che, un tempo, era chiamata e considerata la penisola salentina. Un angolo di storia da scoprire, di sogni che si realizzano al solo pensiero di vivere dove l’estate non è solo quella che va dal periodo finale della primavera all’alta stagione calda ma che si perpetua nel corso dell’anno, anche nei periodi meno caldi e più freddi, in quella specie di estate-autunnale o estate-invernale. Il Salento della storia, della vita, di ieri e di oggi, riportati e rapportati nella sfera turistica dimensionale del tempo c’è molto da scoprire.

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