Chapeau! Quei diavoli di rumagnòl balneari ne inventano una più di Bertoldo! Sono più le loro effervescenti idee turistico – promozionali dei weekend annuali disponibili per materializzarle. Ieri è stato presentato a Milano dall’alto del 15° piano della Terrazza Martini “Ulisse Fest”. Per tre giorni: l’8 il 9 e il 10 giugno Lonely Planet, in collaborazione con l’Assessorato al Turismo dell’Emilia Romagna, celebrerà a Rimini la Festa del Viaggio con 60 incontri, oltre 120 ospiti: dibattiti, testimonianze, spettacoli, musica, film e cibi da tutti i continenti. Tema di questa seconda edizione del festival è “Al di là del mare”: un invito a prendere il largo, a navigare verso l’ignoto e riflettere su ciò che accade intorno, vicino e lontano da noi. Un omaggio a Rimini e alla sua doppia identità di capitale turistica, ma anche la Rimini romana e rinascimentale affacciata sull’Adriatico.
Ulisse Fest va oltre il mare
E dire che per attirare il turismo balneare (a cui si aggiunge il giulebbe di altro divertente tempo libero nelle retrostanti, dolci colline romagnole) basterebbe il Lìssio. Unico ballo agglutinante del Belpaese (se, quanto a leggiadrìa, non siamo al tango, poco ci manca), perché, e con tutto il rispetto, mica vorrete ammannire la tarantella o il tracchelallà alle burdèle tedesche (o bustocche che siano) sognanti spiaggiaioli languori al chiar di luna. (Vabbè, ogni tanto ci scappa una casadeiana mazurca, ma solo perché un po’ di folklore rumagnòl non guasta). E quanto al genius loci turistico di chi fa promozione tra la Marecchia e il Serchio (se ben ricordo un discorso di un politico guarda caso nato da quelle parti..) la va sempre a finire così, è regola ormai canonica. Finisce l’inverno milanese, tra smog e polveri sottili, l’umile cronista viaggiatorio quasi dimentica (salvo chi la pascoliana Romagna solatia, dolce paese… ce l’ha nel sangue…) l’ultima visita dei facitori di turismo di Rèmmin, quand’ecco che ti ri-appaiono alla Terrazza Martini di Milano. Non solo (ça va sans dire) armati di benefica piè nel senso di piadina scortata da porsùt, squaquerone e forma. Laddove si fa riferimento al parmigiano – reggiano, da qualche stolto detto grana, vabbè proveniente da un posto, noto come Emilia, che, ahimè, solo per bieco ordine alfabetico, precede la terra di (tanto per far nomi) Pascoli, Baracca, Baldini, Longanesi, Artusi, Pipazza Minardi, Malatesta, Fellini ‘da Rimini’ (come la Francesca) e se proprio il cortese lettore non si adonta vorrei pure infilarci il mio babbo, lughese.
Ulisse Fest, Rimini e i grandi romagnoli
E sempre a proposito dei grandi rumagnòl, per non parlare (stavolta ‘da Forlì’) della Caterina, beninteso Sforza (ma lo sanno i milanès da dove venivano gli artefici del loro più grande momento storico, Leonardo etc?), proprio quella che a quei baloss che l’assediavano minacciando di accoppare i suoi figli, presi in ostaggio, sollevò l’ampia gonna e indicando quell’ambito dettaglio femminile così caro a machos bagnanti sulle spiagge riminesi, e ai loro bagnini, informò l’inimico che di figli ne avrebbe potuto sfornare quant’altri à gogò. (A proposito di forni, ne conosco uno alle Mandriole dove fanno la miglior brazzadela di tutte le Romagne, il problema è trovare l’Albana – evviva quello secco – laddove intingerla, ma, chissà, un salto ai ravennatiMulnèr….finito di tirar su niente, o quasi, al capanno di Casalborsetti). Basta, sennò va a finire che faccio sbadigliare quel paio di lettori rimastimi: oltretutto, se milanesi, così impegnati a vedere se son salite le Montedison e se anche stavolta i fiuciùrs glielo hanno messo in quel posto. Romagna solatìa… dolce paese …. ma adesso, cara gent, tutti a Rèmmin…
Info su: www.ulissefest.it