La nostra crociera alla scoperta della Norvegia prosegue (vedi prima parte: Alle isole Lofoten per sfuggire al grande caldo). Lasciata Sommaroy arriviamo a Tromsø, 350 km dentro il circolo polare artico, la città più grande della Norvegia settentrionale, famosa per le sue luci e le notti boreali. Tromsø ha 75 mila abitanti, 14 teatri e zero traffico. Le oltre 100 nazionalità della comunità multi-culturale di Tromsø, fanno del loro meglio per stuzzicare i palati locali e non mancano steakhouse e pizzerie.
I primi insediamenti umani risalgono a migliaia di anni fa ma Tromsø deve la sua grandezza alle spedizioni artiche degli inizi del 1900, quando diventò punto di partenza per le spedizioni verso l’Artico: da qui il soprannome di “Porta sull’Artico” o “Parigi del Nord”. (per la ricchezza dovuta al commercio di pelli portate dalle Svalbard). L’aria è frizzantina, dieci gradi, il cielo è limpido ed i colori sono splendidi sotto il sole di mezzanotte.
Da Tromsø a Capo Nord
Da Tromsø avviamoci per raggiungere Capo Nord: 71° 10′ 21″ di latitudine nord, la mèta più ambita, il dream di molti motociclisti, il punto più a nord d’Europa. Con il pullman di Giver Viaggi e Crociere impieghiamo circa un’ora e venti.
Il paesaggio cambia. Incontriamo renne e casette rosse e le betulle lasciano gradualmente posto alla prateria: stiamo attraversando gli sconfinati spazi dell’altopiano del Finnmark (Finnmark fylke in norvegese, Finnmárku in sami, Ruija in finlandese), la Lapponia norvegese. Incontriamo le renne che per il caldo si sono spostate nel fiordo.
Ecco il famoso tunnel di Capo Nord, un’opera pubblica che si è ripagata in soli sei anni grazie al flusso di gente che lo ha attraversato (infatti il passaggio ora è gratuito). La strada verso Capo Nord è un qualcosa di quasi mitico: si viaggia verso un sogno, quello di riuscire ad arrivarci. Un proposito che molti impiegano anni ed anni a concretizzare.
Italiano il primo turista a Nordkapp
Siamo arrivati a Capo Nord, Finnmark occidentale: un luogo mentale prima che fisico. Il primo turista a mettere piede a Nordkapp fu il sacerdote Francesco Negri, italiano, nel 1664. I suoi eredi, nel 1700 fecero ristampare il suo diario di viaggio: cercatelo, è davvero interessante. Visitate il centro Nordkapp Hallen che si trova sul promontorio di Caponord, con la sua scogliera a picco sul mare, a 307 metri di altezza.
Nel padiglione troverete la cappella ecumenica più a nord del mondo, la St Johannes Kapell, un cinema con un filmato sulle quattro stagioni, una caffetteria, un ristorante ed un negozio di souvenir. Siamo al confine estremo del mondo e qui troviamo la statua di Madre Natura che cura la Terra, sua creatura. Un simbolo prezioso in un luogo unico per ricordare a tutti la propria responsabilità nella tutela del pianeta.
Honningsvag, ultimo villaggio d’Europa
Con Capo Nord nel cuore ci avviamo verso Honningsvag, l’ultimo villaggio d’Europa. Fermatevi a mangiare un granchio reale, è una delle principali attività di pesca. Fa parte di Nordkapp, il comune più a nord della Norvegia, nella contea di Finnmark.
Ad Honningsvag esiste un piccolo aeroporto per i voli interni dove molti atterrano per andare poi a Capo Nord che dista 34 chilometri.
Eccoci pronti a ripartire, con Giver Viaggi e Crociere, nella natura incontaminata nel tentativo di comprendere un po’ della cultura di un popolo straordinario e affascinante, di cui si sa ancora molto poco: i Sami.
Visita al popolo Sami
Andiamo, per prima cosa, a visitare il loro Parlamento, meravigliosa struttura architettonica sostenibile immersa tra le betulle, e le antiche abitazioni sami. A differenza delle tende delle popolazioni asiatiche, le loro hanno una doppia intelaiatura: due archi di legno disposti secondo due piani verticali e paralleli uniti da tre bastoni orizzontali.
Al primo, più in alto, viene appesa la pentola che scende a peso sul fuoco attorno al quale sono riunite le persone, sedute in cerchio lungo la circonferenza della tenda. Sugli altri due bastoni invece vengono appoggiate le pelli di renna che rendono impermeabile la tenda.
Per un gioco di temperature, pur essendo aperto in alto, come il Pantheon di Roma, non entrano né pioggia e né neve. Ovviamente, non esistono mobili. Oggi i Sami non vivono più nelle tende ma in case hi-tech.
A Jukkasjärvi nei pressi di Kiruna
Riprendiamo il pullman di Giver per andare a Jukkasjärvi, qui c’è la più antica chiesa di legno del villaggio Sami. Siamo vicino Kiruna, la città più a nord della Svezia, al confine tra la Norvegia e la Finlandia, considerata la capitale della Lapponia svedese. Sull’altare, il ritratto del patrono della Norvegia, Sant’Olav, noto con il nome di Olav den Hellige (Olaf il Santo) e generalmente raffigurato con i simboli dello scudo, dell’ascia danese e del globo.
La chiesa in legno, settecentesca, fu bruciata dall’esercito tedesco in ritirata: quella che vediamo ora risale alla seconda metà del Novecento ed è una ricostruzione della chiesa originaria. I Sami sono protestanti luterani, motivo per cui in questa chiesa non ci sono dipinti, ori e sfarzi: alle pareti ci sono i numeri dei salmi e non i quadri. La loro religione è ricca delle tracce sciamaniche che sono all’origine dell’identità Sami.
Credenze e tradizioni religiose
Dopo il battesimo, ogni sami riceve un secondo battesimo con un nome che viene rivelato alla madre in sogno. La madrina dona un amuleto in rame che viene usato durante la cerimonia e posto sotto il braccio del neonato se è maschio, sul petto se è una bambina. E’ una cerimonia di consacrazione alla dea creatrice.
Se il bambino o la bambina avrà problemi di crescita, la cerimonia sarà ripetuta: pensano che le anime dei defunti vogliano tornare a vivere e saranno loro a dare il nome al bambino. Quando un bambino nasce, i sami, per sapere che tipo di persona sarà, cantano il jojk, un canto antico e senza musica, modulato sulle melodie del vento e del silenzio nella tundra.
Finnmark interno, paradiso di caccia e pesca
Riprendiamo il nostro viaggio e arriviamo nell’altopiano del Finnmark interno, un paradiso di caccia e pesca, ecoregione della ecozona paleartica. E’ davvero enorme: circa 243.200 km² lungo la penisola scandinava.
E’ un paesaggio quasi mistico, che crea dentro vuoti e distensione pari all’estensione delle betulle dalla corteccia bianca, simbolo di purezza e castità: per i Celti questo albero rappresentava l’inizio di un nuovo ciclo vitale (il nuovo anno celtico iniziava il primo giorno di Novembre, in seguito alle celebrazioni di Samhain, cioè Allhallows o Hallowe’en).
La betulla bianca era considerata la protettrice e la guida spirituale di ogni nuova partenza, fisica o spirituale. Ed è forse per questo che un viaggio nella Lapponia norvegese corrisponde ad un periodo di relax necessario in determinate fasi di vita.
Info: www.giverviaggi.com – www.vistnorway.it
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