San Michele Arcangelo continua a fare miracoli religiosi, di fede. E non solo a Monte Sant’ Angelo dove la basilica santuario secolare è la sua prima “casa”. Quella basilica dove è nato il culto micaelico e dove si continuano a riempire pareti con ex voto da parte di milioni di pellegrini che giungono sul Gargano da ogni dove. Ma San Michele Arcangelo è stato in grado di fare anche miracoli laici.
Nel senso che è diventato un vero e proprio volano economico per l’intera zona e per la regione Puglia. Sono diversi i “cammini di fede” che portano e passano dal Monte Sant’ Angelo.
Del resto è una meta obbligata dai tempi più antichi ed è stato tappa obbligata per le Crociate: un’area dove religione, fede e senso dell’ospitalità sono profondamente radicati.
Monte Sant’Angelo: due siti Patrimonio Unesco
A Monte Sant’ Angelo si trovano due siti Patrimonio Unesco: il santuario dall’Arcangelo San Michele, è le “Faggete vetuste della foresta Umbra”. Dunque: a Monte Sant’ Angelo si godono due siti Unesco in una tappa sola. Qui arrivano almeno un milione e mezzo di visitatori l’anno. Molti sono pellegrini.
È impossibile censirli con precisione perché molti pregano nella Grotta sotto la basilica e poi proseguono il cammino verso altre tappe religiose. Oppure, completato il voto, tornano alla propria residenza.
Le presenze in città sono enormemente più contenute. Si calcola in circa 60mila gli ospiti che si fermano a dormire. Per questo l’amministrazione locale si sta prodigando a far conoscere i vari aspetti attrattivi del territorio per sviluppare un turismo che vada al di là dell’aspetto religioso. Che comunque permea di spiritualità l’intera città, pietra per pietra.
Festa del cinema sui cammini
“Noi puntiamo a far nascere e a sviluppare tutte le potenzialità che il territorio offre”, spiega Rosa Palomba, dinamica assessora alla Cultura e Turismo.
Nelle prime settimane di ottobre, infatti, si è dato vita a Monde (termine che identificava per i valligiani Monte Sant’ Angelo) con una prestigiosa “Festa del cinema sui cammini”. Giunta alla seconda edizione la manifestazione, coordinata e diretta da Luciano Toriello con la collaborazione del fotografo e scenografo Pino Maiorano, ha richiamato a Monte Sant’Angelo registi noti nel mondo del documentario e dei lungo e cortometraggi, e appassionati di quel genere di filmografia.
Negli stessi giorni del 10-13 ottobre a Monte Sant’Angelo si è tenuto un importante convegno internazionale sulla “Francigena: via per Roma, Santiago di Compostela, Gerusalemme”, a conferma dell’importanza del ruolo svolto nei secoli da Monte Sant’ Angelo. Esso stesso meta religiosa micaelica ma anche crocevia e “punto di incontro e saldatura degli itinerari delle peregrinationes maiores” per i pellegrini: romei, gerosolimitani, compostellani e nicolaiani, come hanno specificato i relatori.
Viaggiatori curiosi e attenti alla storia
A Monte Sant’ Angelo c’è un turismo che appaga i viaggiatori curiosi e attenti alla storia religiosa e civile.
Imprescindibile la grotta di San Michele, una chiesa rupestre dove si celebrano riti in varie lingue, e dove si sono trovate scritte runiche che testimoniano la presenza dei longobardi.
Fuori dal sacro, visitabile con molto interesse è il museo annesso alla Basilica che si trova all’ombra della torre ottagonale angioina. Qui sono raccolti pezzi archeologici e documentaristici di una rarità unica.
Il castello ha visto il passaggio, forse, dei longobardi, certamente dei normanni, angioini e aragonesi.
Monte Sant’ Angelo: il quartiere Junno
Non si può trascurare la visita del quartiere Junno, l’anima storica della città. Una sorta di urbanistica spontanea che segue il dorso della montagna con scalette collegate a strette vie e minuscole piazze.
Nel quartiere è ancora possibile gustare la vita del tempo andato, con i suoni e i profumi che escono dalle casette bianche. E a proposito dei profumi mangerecci Monte Sant’ Angelo è una località dove la gastronomia è veramente infinità e accompagna con prodotti tipici la buona tavola dagli antipasti ai dolci.
Molto conosciute sono le ostie ripiene: mandorle e miele racchiuse tra da due ostie.
Le ostie ripiene hanno anche una bella storia. Si racconta che le monache, maestre nel fare i dolci, stavano amalgamando il miele quando alcune mandorle cadono nel preparato bollente.
Per recuperarle avevano a disposizione alcune ostie per la messa e le immergono per tirare fuori dalla pentola le mandorle. Il miele bollente e le mandorle si attaccano alle ostie. Da lì l’“invenzione” del dolce tipico presente ovunque a Monte Sant’ Angelo.
Foresta Umbra, riserva naturale protetta
La Foresta Umbra è un’area naturale protetta all’interno del Parco Nazionale del Gargano. Le aree naturali protette sono caratterizzate da paesaggi eterogenei e abitate da diverse specie di animali e vegetali, con la funzione di mantenere l’equilibrio ambientale mantenendone l’integrità e la biodiversità. Qualificato sito Unesco, la foresta umbra, sta per indossare i fantastici colori dell’autunno.
Passeggiare tra i suoi sentieri oppure fuori di essi dà l’impressione di essere in un altro tempo. Silenzio e natura sovrastano ogni sentimento e vien voglia di non andarsene più via. Oltre alle faggete vetuste, poste con questo nome sotto il patrocinio Unesco, ci sono, naturalmente, un’infinità di specie arboree e lo stesso per gli animali. Ci sono zone umide e aree torbiere. L’attenzione deve essere massima, naturalmente, ma questo non impedisce, cum grano salis, la fruizione anche con famiglie e figli.
Appennino Dauno: gli eremi
Sono 24 gli eremi catalogati e tutti in posizioni eremitali. Cioè, molto isolati e difficili da raggiungere. Sono la testimonianza di un periodo religiosamente fertile.
Dislocati in punti inaccessibili, ancora oggi ci si chiede come potessero arrivarci i benedettini che qui in decine e decine hanno vissuto.
Alcune grotte, come l’eremo di San Nicola, sono decorate con affreschi di carattere religioso e hanno in prossimità canaline e vasche per raccogliere l’acqua, indispensabile per la sopravvivenza.
Inoltre, c’è un eremo, detto Mulino, che era una sorta di ritrovo per i monaci dove potevano trovare cibi e medicinali.
Il Parco dei Dinosauri
A Borgo Celano, presso San Marco in Lamis una scoperta casuale ha suscitato l’interesse di geologi e paleontologi. Nei pressi di una cava sono state trovate varie tracce fossili di dinosauri. Le rocce datate circa 130 milioni anni fa, testimoniano la presenza di tutte le specie di dinosauri. Tracce fossili che hanno permesso la ricostruzione e la documentazione scientifica dei giganteschi rettili. In seguito al ritrovamento, è sorto un parco “Museo paleontologico dei dinosauri” dove sono riprodotti in calco le tracce e anche in grandezza “dinosaurica” di quegli animali preistorici.
Parco Nazionale del Gargano, i sentieri delle orchidee
Per gli appassionati di orchidee sul Gargano c’è il parco delle orchidee con un’ottantina di specie diverse. Di origine selvatica hanno trovato lì l’habitat ideale tant’è che si sono conquistate uno spazio su misura. Attualmente nel parco, l’orchidea, è presente con una settantina di specie rappresentate da 17 generi diversi. Alcune sono vere e proprie rarità come l’Ophrys garganica, l’orchis plustris o l’ophrys bremifera, l’Ophrys promontorii e l’Ophrys sipontensis. Ogni anno studiosi e appassionati vengono da tutto il mondo per ammirare il miracolo della fioritura spontanea di questi fiori particolarissimi. Da non perdere la gita sui sentieri delle orchidee organizzata dalle guide del parco. Ad aprile cominciano le prime fioriture per terminare con alcune specie tardive a fine luglio presenti nella Foresta Umbra. La presenza delle specie di orchidee è di lunga data. Nel medioevo infatti sono state prese a modello per i fregi in pietra delle chiese e abbazie.
San Marco in Lamis
Lungo la direttrice della via francigena (e proprio per dare assistenza ai pellegrini) era sorta un’abbazia, che fondata dai benedettini è poi passata di mano in mano fino agli attuali frati francescani minori. A parte il panorama che permette di vedere fino all’orizzonte, all’interno è custodita una biblioteca che conserva libri che sono veri e propri monumenti di testimonianza e di conoscenza imprescindibile per gli studiosi di storia locale e più in generale di storia antica.
Incontro con una pellegrina venuta da Bordeaux
Ha 35 anni e viene da Bordeaux. Per arrivare a Monte Sant’Angelo, dove l’abbiamo incontrata, ha impiegato quattro mesi. E’ partita il 9 giugno ed è arrivata il 10 ottobre. Lungo il percorso ha fatto deviazioni anche importanti pur di toccare i tanti luoghi sacri del pellegrinaggio religioso. Si chiama Celine, il suo volto e le sue parole trasmettono una serenità insuperabili.
Viaggia senza soldi, fidandosi del tutto della Provvidenza, chiedendo ospitalità a conventi e parrocchie. Qualche volta anche a privati. “Lungo il percorso – racconta – ho pregato per la chiesa cattolica, per le vocazioni. Gesù vuole una chiesa santa come sua sposa”. Ritornerà facendo il percorso a ritroso dai familiari che l’aspettano a Bordeaux tra quattro mesi.
Leggi anche: