L’Antico Egitto trasmette fascino e mistero, sempre. Tante le esposizioni temporanee o permanenti che si sono succedute. Ognuna ha avvicinato il pubblico ad ammirare la costruzione delle Piramidi, la storia dei Faraoni, le loro sepolture, gli oggetti appartenuti a re e regine, le mummie. Ma quanto sappiamo sulla vita di coloro che lavorarono per la creazione di tutte queste opere intrise di sapienza e creatività, anche scientifica?
Ci viene in aiuto la mostra intitolata “I CREATORI DELL’EGITTO ETERNO. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone” allestita nella Basilica Palladiana in Piazza dei Signori a Vicenza, visitabile fino al 7 Maggio 2023. L’esposizione è curata dal Museo Egizio di Torino con la collaborazione del direttore Christian Greco, Corinna Rossi, i curatori Cédril Gobeil e Paolo Marini.
Egitto Eterno: i faraoni prima e dopo la morte
Il percorso espositivo di “I Creatori dell’ Egitto Eterno” porta alla ribalta circa 200 reperti provenienti dal Museo Egizio e 20 opere in prestito dal Museo del Louvre di Parigi. Tra queste statue monumentali, sarcofagi, oggetti preziosi risalenti a 3300 anni fa e riportati alla luce grazie agli scavi iniziati dalla seconda metà dell’Ottocento. L’ampio spazio, posto sotto la volta della Basilica, è destinato all’esposizione articolata in due sezioni collegate tra loro: la prima parte illustra la vita terrena dei faraoni, mentre la seconda si focalizza sulla vita oltre la morte.
Il percorso inizia con la prima tappa a Tebe, città fondata dagli antichi egizi sulla sponda est del Nilo, con i grandi gruppi scultorei e statue monumentali dagli attributi appartenenti al mondo animale a ricordo della “città dei vivi”. Sulla sponda orientata ad ovest del grande fiume, si trova la “città dei morti” con i luoghi di culto dedicati ai defunti, le tombe, i grandi templi funerari dei faraoni.
Il villaggio Deir el-Medina
Su questa riva, situata ad ovest-dove tramonta il sole, nei pressi di Luxor, si trova il villaggio di Deir el-Medina, il luogo dove alloggiavano tutti gli operai, gli artigiani, gli artisti e gli scribi addetti alla costruzione delle tombe faraoniche. Il villaggio fu fondato all’inizio del nuovo regno, verso il XVI secolo a.C. e vi abitava una comunità di circa 120 famiglie che avrà una sua evoluzione fino all’età ramesside.
La Valle dei Re è dedicata alla dea Mertseger (che ama il silenzio) ed è circondata da alti dirupi a difesa e protezione delle tombe.
Come venivano costruite le tombe dei faraoni
Sono raccontati le fasi di costruzione della tomba del faraone, gli strumenti, gli attrezzi impiegati; i papiri, con i loro geroglifici narrano il culto religioso e la vita degli antichi egizi. Uno dei temi più interessanti e forse inedito, è la narrazione della vita quotidiana di quanti hanno lavorato alla costruzione della tomba. Tra questi: artigiani, operai e scribi che abitarono nel “villaggio operaio”, artefici e custodi delle loro imprese.
Sono esposti rarissimi strumenti musicali, stele, ostraka (frammenti di vasi o schegge di pietra) decorati. Vi è l’elemento decorativo di una portantina in legno scolpito e dipinto a testimonianza dell’agiatezza di alcuni membri di Deir el-Medina.
I sarcofagi e la preparazione del corpo
Una volta visitata la città dei vivi, l’esposizione si focalizza sulla realizzazione dei sarcofagi dipinti attraverso tutte le fasi della preparazione del corpo e sugli oggetti del corredo funerario. Tra questi ultimi, alcuni oggetti funerari appartenuti alla celebre regina Nefertari, provenienti dal Louvre; oltre agli ushabti del faraone Seti, ovvero delle statuette che raffigurano i custodi silenziosi e devoti del faraone e la mummia con sarcofago di Tahiri.
La mostra termina con la narrazione della sepoltura di Butehamon, famoso scriba reale, discendente da una famiglia di scribi. I segreti della sua vita sono svelati attraverso l’installazione videomapping realizzata su riproduzione in stampa 3D.
Info su: www.mostreinbasilica.it/it/egitto