Trascorrere un fine settimana nel Levante Ligure è piacevole in ogni stagione. In autunno è ancora più affascinante. Noi ci siamo andati lo scorso fine settimana per scoprire tradizioni e curiosità della Focaccia di Recco col Formaggio che ha ottenuto nel 2015 il riconoscimento IGP, l’Indicazione Geografica Protetta. L’occasione ci è venuta dall’invito di “Fattore Comune. Quando il prodotto è sinonimo di territorio”, dedicato alle eccellenze agroalimentari tutelate dall’Unione Europea.
Un evento organizzato dal Consorzio della Focaccia di Recco, che da tre anni fa incontrare DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP. Quest’anno al Teatro di Sori hanno partecipato i consorzi Dop Salumi Piacentini, Castelmagno, Riso di Baraggia, Salame d’oca di Mortara e il consorzio dei vini Gavi Docg.
Abbiamo così scoperto che si si vuole assaporare la vera Focaccia di Recco col Formaggio si può farlo solo nei quattro comuni che fanno parte del Consorzio e adottano il rigido disciplinare: Recco, Camogli, Sori, Avegno.
Storia della Focaccia di Recco
La focaccia in Liguria è declinata in differenti modi. Però la Focaccia di Recco col Formaggio è unica e ha una sua particolare storia che si fa risalire alla terza crociata. “Nel 1189 i cittadini di Recco, per scampare alle incursioni dei Saraceni, e dei pirati Barbareschi, furono costretti a rifugiarsi nell’entroterra”, racconta Titta Moltedo, vice presidente del Consorzio. E aggiunge: “le donne quando si spostavano in montagna portavano sempre in una sacca della farina, dell’olio, del formaggio e dell’acqua”. La focaccia nasce quasi per caso. “Le donne dopo aver impastato la farina per fare un pane ripieno di formaggio lo stesero su una pietra d’ardesia infuocata che sciolse il formaggio. E così nasce questo prodotto”, conclude Moltedo.
La grande diffusione delle Focaccia di Recco col Formaggio avvenne però sul finire dell’Ottocento, quando iniziarono a spuntare le prime trattorie. I cinque forni cittadini che preparavano la proposero in coincidenza della Festa dei morti. Proprio le osterie, dove venne codificata nella sua versione attuale a inizio Novecento, furono il motore del successo. Agli inizi degli anni ’50, con lo sviluppo del turismo, la focaccia col formaggio divenne uno dei piatti più amati e richiesti dai turisti e per questo motivo, i locandieri e i panettieri, iniziarono a servirla non solo durante la ricorrenza dei morti, ma tutto l’anno.
Una ricetta dagli ingredienti semplici
Un prodotto semplice e sano. Sono pochi gli ingredienti per prepararla eppure è difficile imitarla. Occorre farina, formaggio fresco (ci hanno confidato i produttori che viene usato uno stracchino senza panna), olio extravergine, acqua, sale più un pizzico di segreto dei focacciai recchesi. Forse per questo il riconoscimento IGP prosegue creando un forte legame del prodotto con il territorio. Gran parte si deve alla manualità e alla naturalità con la quale i focacciai del luogo tirano le sfoglie, veri e propri veli che a vederli ci si chiede come facciano a maneggiarli, con quelle grandi mani, senza romperli.
A Recco la focaccia è legata alla storia di Manuelina, lodata anche da D’Annunzio. Oggi quella osteria è diventata un celebre ristorante e una famosa focacceria con annesso Hotel. Negli anni Sessanta qui arrivavano star della televisione italiana e del cinema proprio per mangiare la focaccia col formaggio o fugassa co formaggio.
Dove mangiare la Focaccia di Recco col Formaggio
La fama di Recco in fatto di focacce è riconosciuta in tutto il mondo. Il connubio particolarmente riuscito tra focaccia e formaggio piace proprio a tutti, grandi e piccini. Oggi si può mangiarla in 10 ristoranti, 6 panifici, 2 locali da asporto.
A Recco la troviamo nei ristoranti e focaccerie da: Alfredo, Angelo, Da Lino, Da ö Vittorio, Del Ponte Manuelina, Vitturin, Focacceria Manuelina. Ma anche nei panifici: Tossini, Moltedo G.B. e Moltedo 1874.
A Sori si può mangiarla nei ristoranti Edobar, Il Boschetto e nella Focacceria Tossini. A Camogli, invece, si va a comprarla e si porta via nella Focacceria Revello, sul lungomare.
Tour a Camogli
Passeggiare per Camogli tra i palazzi variopinti sul lungomare è sempre una emozione. Il cent ro del borgo marinaro occupa la vallata a ponente del monte di Portofino e si affaccia sul Golfo Paradiso. Ciò che colpisce e affascina il visitatore sono gli edifici colorati che si affacciano sulla spiaggia. La cosiddetta Palazzata realizzata nel 1914.
Camogli è costruita lungo le pendici di un rilievo a picco sul mare. In fondo alla via Garibaldi si arriva al piccolo porticciolo. Tra i negozietti di souvenir e i biglietti degli innamorati appesi, consiglio di salire la gradinata che affaccia sulla piazzetta del porto per una visita alla Basilica Minore di Santa Maria Assunta.
Costruita nel XIII secolo subì nel corso dei secoli numerose ristrutturazioni e ampliamenti. Si presenta con una facciata neoclassica e un interno a tre navate.
La struttura religiosa è uno splendido gioiello in stile barocco. La Basilica è formata da tre navate ed è interamente rivestita da pregiati stucchi in oro, marmi policromi e lampadari di cristallo.
Accanto alla Basilica c’è il Castello della Dragonara eretto presumibilmente nella prima metà del XIII secolo. Una fortezza usata come centro di avvistamento e di difesa sia del borgo che del tratto di mare antistante la scogliera sulla quale fu costruito il maniero. Oltre al sistema difensivo, la struttura veniva utilizzata dagli abitanti di Camogli come ritrovo per eleggere i loro rappresentanti nell’attività amministrativa e giudiziaria, nonché come luogo di rifugio in caso di improvvisi assalti via mare da parte dei numerosi pirati.
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