Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Quando il “viaggiatore” ha ancora il biberon

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Da una “giornalista-mamma”, suggerimenti e piccole esperienze per andare in vacanza, o semplicemente affrontare un viaggio, in compagnia dei propri “cuccioli”. Da non perdere, la gioia sottile dei loro stupori

Quando il "viaggiatore" ha ancora il biberon

Si può, anzi si deve (chi ama viaggiare, s’intende) viaggiare con i bambini. È un’esperienza istruttiva e gratificante per i piccoli e per i genitori, ma solo a certe condizioni. Intanto, prendere in considerazione le “loro” esigenze è fondamentale per la buona riuscita del soggiorno, in qualsiasi parte del mondo. Poi, ovvie ma mai abbastanza, le precauzioni sanitarie da adottare; su vaccinazioni e salute in viaggio, ma anche documenti necessari per partire con i figli e “dritte” su itinerari particolarmente amati dai bambini, consultare guidagenitori.it.

In genere, meglio muoversi con neonati che si spostano facilmente o con pargoli che abbiano superato i tre anni, perché l’età intermedia è la più rognosa. I limiti sono tanti: pannolini da cambiare a parte, orari dei pasti e della nanna sono ancora vincolanti e non si va tanto lontano. A partire dai quattro anni la vita con i bambini in viaggio torna ad assomigliare a quella di prima (di averli). Con alcune precauzioni ci si muove benissimo: meglio con calma che di fretta, meglio nella natura (con i bambini piccoli in particolare) che nelle città, meglio di giorno che di sera. E le destinazioni preferibili?

In ogni luogo, ma scelto con giudizio

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De gustibus: chi ama le spiagge esotiche e chi le oasi naturalistiche, chi i villaggi dove i piccoli vengono accuditi e chi preferisce affittare un appartamento sulla neve; chi noleggia una barca a vela per averli sempre sotto gli occhi e chi sceglie i parchi di divertimento.
Gli agriturismo sono (di solito) ottimi per i bambini con i loro spazi verdi, gli animali, il numero limitato degli ospiti e l’ambiente informale. Invece per tenere sotto controllo la mole spesso invadente dei bagagli si possono selezionare strutture alberghiere (ancora poche in Italia) pensate per le famiglie.

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Strutture che mettono a disposizione lettini e passeggini, scalda-biberon e seggioloni, aree di gioco all’aperto e al coperto e magari baby-sitter su richiesta, oltre a garantire attenzione speciale e menù su misura per i più piccoli. Qualche esempio? Dai super-specializzati Familien Hotels in AltoAdige, familienhotels.com, territorio dove l’attenzione alle famiglie è da tempo radicata, ai kinderhotels.it, per l’Italia e l’Europa; a piccole realtà come in Riviera i Family Hotels di Alassio, inforiviera.it, o il Villaggio La Francesca alle Cinque Terre, villaggilafrancesca.it.

Auto, treno, nave, aereo. A seconda dei (loro) gusti

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Non occorre nemmeno andare in capo al mondo con i bambini. L’avventura può essere dietro l’angolo. Il bello dei bambini è che tutto (o quasi) li stupisce e li esalta: un paguro sulla sabbia, uno scoiattolo sul sentiero in montagna, le cascate, la neve, l’osservazione degli squali nell’acquario o le prime scoperte scientifiche.
Per quanto riguarda i trasporti, se è vero che muoversi in automobile presenta innegabili comodità di spostamento di giocattoli e attrezzature per le vacanze, altrettanto vero è che i bimbi si annoiano a morte in macchina.

Sovente bisogna ricorrere a giochi continui per offrire traguardi sopportabili per i più piccoli che, poco dopo saliti a bordo, cominciano a ripetere ossessivamente la classica domanda: mamma, quanto manca per arrivare? (www.quantomanca.com) è un valido sito con suggerimenti sulle mete adatte ai più piccoli, note e consigli di altri genitori su alberghi, appartamenti e villaggi, diari di viaggio e proposte per i giochi).

Quando il "viaggiatore" ha ancora il biberonIl treno piace, è indubbio, ma il posto a sedere va garantito evitando giorni e orari di eccessivo affollamento, quando i bambini non potrebbero scorrazzare a loro piacimento in corridoio.
Se l’aereo è indispensabile per i lunghi tragitti, con l’unico fastidio dei disturbi alle orecchie in fase di decollo e di atterraggio, la nave è più allettante (mal di mare permettendo) perché è tutta da scoprire.
Ridurre al massimo gli spostamenti è comunque buona norma con i più piccoli, che altrimenti si stancano e si innervosiscono, mentre a qualsiasi età quello che conta è guardare il mondo con i loro occhi e cambiare i propri ritmi. Allora, il viaggio diventa un gioco da ragazzi.

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