Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

La traversata del Mediterraneo

Dal porto di Civitavecchia, sempre più “allungato” verso i monti della Tolfa, all’imponente scalo della “shining” Barcellona, che dà il benvenuto con Cristoforo Colombo dall’alto della sua colonna. A bordo dell’Eurostar-Barcelona della Grimaldi

Il mare intorno

Eurostar Barcelona
Eurostar Barcelona

Gli uomini e le donne che vivono in reale simbiosi con il mare, appartengono a una categoria di persone speciali. I gesti quotidiani che compiono, i riti (e le superstizioni) che li accompagnano, le parole che impiegano, sono il grande bozzolo vitale che li contiene.  Qualunque sia il compito loro affidato, indipendentemente dai porti cui attraccano, in un turbinio di andate e ritorni che sono geograficamente ripetitivi ma che vengono vissuti, sempre, come dovere e insieme sfida quotidiana, questi uomini e queste donne si scoprono perennemente legati all’elemento liquido nel quale si trovano a galleggiare.  Con il bello e con  il cattivo tempo; col mare in bonaccia o con acque tempestose; con il sole, le nebbie, la pioggia, il vento. E con i loro pensieri. Pensieri che oscillano, né potrebbe essere altrimenti (quasi un’altalena esistenziale) dalla casa alla famiglia, dal radicato senso del dovere alle giuste ambizioni di carriera; dalla soddisfazione e dal convincimento (quasi una “malattia”) di avere scelto un lavoro che li esclude di fatto dalla vita “terraiola”, alla consapevolezza che non saprebbero né vorrebbero mai ripudiarlo, ai timori (e talvolta) ai malumori per regole da anni codificate e cristallizzate che accorpano in sé non poche incongruenze, difficili da capire, per chi è estraneo ai ritmi di questa esistenza tutto sommato atipica.

In viaggio nel Mediterraneo
In viaggio nel Mediterraneo

Non ci fossero altri motivi di gratificazione – ad esempio quelli di
far parte di una reale “grande” famiglia di armatori – si potrebbe dire
che si tratta davvero di una vita dura, scandita da tempi e da gesti
“necessari” che non ammettono distrazioni o, peggio, cedimenti; ma una
vita che viene altresì affrontata con un collaudatissimo spirito di
corpo che accomuna, indistintamente, “tutti” i naviganti del Gruppo
Grimaldi.  Napoli è la sede di questa “mamma” che tutto programma e
dispone, premia o in qualche caso accantona; ma che tiene in gran
conto, in grandissimo conto, le esperienze umane, i suggerimenti, le
aspettative di questo numeroso esercito di marinai, di professionisti
attenti e scrupolosi, affascinanti nelle loro divise bianche o blu o in
quelle dai diversi colori a seconda del ruolo e dei compiti da svolgere. Dal Comandante al personale addetto ai lavori più umili (la nave è una piccola città da far funzionare al meglio) tutti indistintamente agiscono con la consapevolezza di svolgere un “compito” essenziale per la buona riuscita della missione loro affidata.  Quella di far scivolare, sulle innumerevoli “autostrade del mare”, nel Mediterraneo come lungo le rotte oceaniche, i grandi natanti che in eguale misura
trasportano passeggeri, merci, enormi Tir e autovetture (nuove di fabbrica o quelle dei clienti) soddisfacendo aspettative e bisogni. Da un porto all’altro, da un mare all’altro, da una nazione all’altra, anche in presenza di una realtà economica e politica (l’Europa) che tutto tende ad assimilare e “globalizzare”. Questi uomini e queste donne, sono il braccio operativo del Gruppo Grimaldi; sono coloro che traducono in risultati “reali” e tangibili gli studi e le programmazioni della Casa Madre napoletana dall’enorme “G” stilizzata che campeggia sui comignoli e sulle fiancate dei super-ferry, loro sì, integralmente e perennemente “acquatici”.

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Barcellona, non solo Rambla

Piazzale d'ingresso alle Ramblas
Piazzale d’ingresso alle Ramblas

C’è chi sbarca e si ferma qualche giorno e chi sosta dalle cinque alle sei ore per ritornare poi a bordo. Quindi, una Barcellona “mordi e fuggi” che fatalmente convoglia il visitatore sulla celeberrima Rambla dai molti nomi. Dalla Plaça Portal de la Pau, quella che ospita la colonna dalla cui sommità vigila il grande navigatore genovese, si imbocca la Rambla de Santa Monica che poi diviene Rambla des Caputxins, quindi de Sant Josep, del Estudis per terminare con la Rambla de Canaletes; alla fine, ecco la grande Plaça de Catalunya. E’ un fiume continuo di barcellonesi e di turisti, quello che invade i marciapiedi e lo spazio centrale delle Ramblas. Negozi, bar, ristoranti, bancarelle, tavolini all’aperto, panchine per riposare. C’è spazio per tutti. Non si esagera dicendo che le Ramblas sono uno dei luoghi a più alta densità abitativa del mondo! Per chi desidera sottrarsi, seppure per poco, al fiume umano a corrente alternata (chi sale, chi scende) non mancano le attrattive di zone vicine.  Ad esempio, a sinistra della Rambla des Caputxins, c’è la Ciutat Vella (città vecchia) con le sue case alte e grigie, le stradine in penombra, i localini per bere e mangiare; sembra di trovarsi nei carrugi genovesi. Sul lato destro di questo tratto di Rambla, percorsa la corta Calle de Colom, si sfocia nella bellissima Plaça Reial: ampia, luminosa, rettangolare, circondata da palazzi con portici, occupati dagli immancabili tavolini dei bar. Una targa ricorda come la piazza sia gemellata dal 1988 con quella, dedicata a Garibaldi, che si trova a Città del Messico. La Plaça Reial dispone di una grande fontana centrale, contornata da una trentina di grandi palme ed è illuminata da imponenti lampioni in ferro a due luci. Qui, per certi versi, pare di essere a Parigi; sarà l’effetto che procurano gli imponenti palazzi che nobilitano l’intero perimetro della piazza. Via ancora, lungo la trafficatissima Rambla, ma per poco. Altra deviazione, di nuovo a sinistra, all’altezza del tratto Sant Josep. Attraverso la Calle de la Petxina, si giunge nel famoso Mercat de la Boqueria. Sarà perché c’è più “spazio” vitale rispetto alle Ramblas, sarà perché i colori, i profumi e, perché no, gli “odori” lo caratterizzano, ma il Mercat è un vero luogo di delizie. Vi si trova di tutto, sotto la grande struttura che fronteggia altre alte case con portici e colonne. Alimentari (carni, pesci, pollame, uova esposte a piramide, frutta (compresa quella esotica) verdura; poi box che “producono” e vendono gelati, granite, angurie glassate offerte a taglio, dolciumi; quindi spezie di tutti i tipi, salumi, selvaggina e infine, articoli vari: vestiario, scarpe, borse e valigie. Insomma, di tutto; e tutto permeato dalle voci di richiamo dei venditori, dal cicaleccio delle donne che acquistano, immersi in un piacevole universo di tinte contrastanti e di effluvi sempre nuovi, man mano che ci si sposta da un “negozio” all’altro, godendo di questo piccolo mondo, laterale alle Ramblas.

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