Martedì 7 Maggio 2024 - Anno XXII

Messico: “Maria Bonita”, alias Maria Felix, vale a dire “La Donna”…

Una splendida creatura, pura bellezza latina (anzi, messicana) idolatrata in tutto il mondo per la sua prorompente personalità e per la sua “carriera” cinematografica. Maria Felix ha fatto impazzire generazioni di uomini

Da Hollywood all’Europa: pellicole e passioni

Maria Felix ad Hollywood
Maria Felix ad Hollywood

Che poco dopo molla a sua volta il citato Pasquel, divenuto suo moroso grazie anche all’acquisto dei citati gioielli hollywoodiani (ma forse bastavano soltanto quelli).
La Doña si libera dunque di sposo e amante messicani, a Madrid (frattanto passa da Hollywood dove diventa amica di Marlene Dietrich, Kirk Douglas, Cary Grant, Ava Gardner, Frank Sinatra) l’attendono gli amori dell’eccelso matador Luìs Miguel Dominguìn (quello che poi sposerà Lucia Bosè). Dalla Spagna Maria spazia in Francia e con “La Corona Negra” (1950) girato nel suk di Tetuàn, diventa oggetto di Cult del mondo cinematografico francese. E circondata dal lusso (vestiti, gioielli, pellicce) approda infine in Italia (1951) protagonista di “Incantesimo Tragico” e “Messalina” (fa storia l’incredibile “cachet” pagatole, due milioni di pesetas).

Aprile, mese del destino

La Doña
La Doña

Il tempo passa ma La Doña non demorde, anzi, vive l’ennesimo grande amore, sposando  (mediante ovvie “nozze del secolo”, tutto il Messico della politica, dell’arte, dei “poderosos” siede al desco nuziale) il mitico, grande attore Jorge Negrete. Ma il destino crudele, sempre dietro l’angolo, condanna lo sposo a una morte improvvisa, mentre la Felix gira in Francia “La Bella Otero” (1954).
Qui giunti, la carriera cinematografica della grande protagonista di questa intrigante vicenda umana prosegue (tanti i suoi film, l’ultimo data 1970). Ma di vivere la vita vera, quella delle passioni e dei focosi sentimenti, Maria Felix non se la sente più. E scompare la mattina dell’8 aprile del 2002 nel giorno (un tocco di stravaganza non guasta mai) del suo compleanno.
Non restava che la grande scena dell’apoteosi finale: il Palazzo de Bellas Artes e gli aficionados di tutto il Messico in lacrime, a salutare La Doña.

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