Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

Basilea: arte, architettura e “saper vivere”

L’arte mondiale nella città del Reno. Un modo efficiente per ribadire con la forza delle idee la grande vocazione europea di un Paese, ironia della storia, “extra-comunitario”. Tutto, oggi, è BaselArt. Persino le caramelle e gli Europei di calcio

Il giardino delle erbe Ricola a Nenzlingen
Il giardino delle erbe Ricola a Nenzlingen

Rícola o Ricóla? Le caramelle più famose del mondo abitano qui.
Non proprio qui, a Basilea, città renana delle industrie farmaceutiche, ma appena più in campagna, a Laufen, un villaggio tranquillo a sudovest del cantone. E proprio il villaggio svela l’origine del nome, che rende un po’ superfluo il dibattito su dove mettere l’accento: ‘Ri’ sta per Richterich, il nome del fondatore, un pasticcere che nel 1940 ha messo a punto la ricetta; “Co” sta per “company”, “La” sta per Laufen.
E tutto quadra. La semplicità esportata. Come tutti sanno, si tratta di caramelle, cioè zucchero, aromatizzato in origine con tredici erbe, tra le quali piantaggine, sambuco, menta, timo, salvia, malva. Una panacea contro la tosse e la raucedine, con il valore aggiunto del marchio “Svizzera”, che nel linguaggio internazionale sottintende qualcosa di fatto bene. Buone le Ricola, e bello da vedere lo stabilimento, con il caramello che cola, affettato in quei quadrotti spigolosi. Ma ancora più bello è andare al principale “giardino Ricola”, nella vicina Nenzlingen, dove le erbe sono coltivate con in metodi “bio Suisse”. Qui ci aspetta un percorso-quiz sulle tracce visive e olfattive delle famose tredici erbe; un piacere che fa pregustare i sapori finali. Naturalmente, non tutte le erbe sono coltivate qui. Ci sono più di duecento aziende che se ne occupano, sparse nel territorio svizzero.
Ricola, anche se la più simpatica, non è la sola multinazionale di questo angolo di Svizzera. Novartis, Roche, Ciba sono nomi che tutti conoscono e che entrano nella vita quotidiana di molti.

Centro super attivo e internazionale

Il Municipio si affaccia sul Marktplatz, © Standort-Marketing, Basel
Il Municipio si affaccia sul Marktplatz, © Standort-Marketing, Basel

La città, centosessantacinquemila abitanti, è la punta avanzata della Svizzera, che guarda a ovest alla Francia e a est alla Germania, cogliendo il meglio di entrambi. Con, in più, la solidità e il pragmatismo svizzeri. Che vuol dire anche capitali in abbondanza (assicurazioni, banche commerciali) politica fiscale incentivante, un sistema universitario che regge il passo. Non a caso la città è anche la patria dei collezionisti d’arte e si può permettere addirittura la più importante manifestazione d’arte mondiale, ArtBasel che, per sovrappiù, esporta a Miami (altro grande centro mondiale di capitali liberi). Insomma, la città, Basel Stadt, come il cantone con Riehen e Bettingen, hanno costruito un sistema integrato che funziona bene. Diventando così la regione economica più dinamica della Confederazione e tra le più competitive al mondo, con trecentomila persone, molte delle quali superqualificate, che trovano qui lavoro, venendo dall’Alsazia e dal Baden (trentamila pendolari) ma anche da altri centocinquanta Paesi.
Tasse basse, buoni trasporti (EuroAirport in Francia, ma per tre nazioni, una bella lezione per l’Italia settentrionale, con un aeroporto ogni cinquanta chilometri!) e un sistema universitario con perno nella Università locale (del 1460) ma con diramazioni nei vari istituti scientifici cittadini che ne fanno il centro svizzero per le scienze della vita e il centro farmaceutico europeo; e non potrebbe essere diversamente. E poi imprese biotecnologiche – la città è uno dei vertici della Bio Valley che va fino a Strasburgo – ma anche nanotecnologia, ict, energie rinnovabili, tutti i settori che contano e su cui i capitali convergono molto volentieri. A Basilea, il “piove sul bagnato” è realtà tangibile.

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Figlia del Reno

Il ponte Mittlere Brücke sul Reno e la cattedrale Münster, © Standort-Marketing, Basel
Il ponte Mittlere Brücke sul Reno e la cattedrale Münster, © Standort-Marketing, Basel

Tutto questo si respira, fa parte dell’atmosfera urbana. Che però cambia tenore se solo si sale alla Münster platz, con la cattedrale, gli ippocastani secolari e la Pfalz, la terrazza che guarda al Reno e le chiatte legate a un cavo per contrastare la corrente, che l’attraversano come nel Medioevo. E questo è molto svizzero: la Novartis e la chiatta, dove la seconda non è vezzo, ma radice profonda, un modo per dire che senza i traffici sul Reno non ci sarebbe mai stato tutto il resto.
Ma anche la vecchia città, quella che ha il suo fulcro in Marktplatz, con il Municipio in arenaria rossa, la grande torre, i decori trompe-l’oeil e che si sviulppa nel reticolo di stradine in salita, con tanti palazzi del XV e le centosettanta fontane.
E St.Alban, il quartiere vecchio, con il canale e i suoi vicoli.
Ma è sul Reno che si trova l’identità. Tra i bagnanti degli stabilimenti liberty, tra i traghettatori, sui lungo fiume, dove si vede la città delle due sponde.

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