Lunedì 6 Maggio 2024 - Anno XXII

Austria: l’acqua (e i vini) della Stiria

Un paesaggio dolce alternato da colline e filari, attraversato dalla via delle terme e dai villaggi del vino che arrivano a sfiorare il confine sloveno. Viaggio nell’area meridionale della Stiria, la “Toscana” austriaca

Il “segno” di un’artista particolare

Le acque di Bad Blumau
(© Steiermark Tourismus/Hans Wiesenhofer)
Le acque di Bad Blumau
(© Steiermark Tourismus/Hans Wiesenhofer)

E, soprattutto, la splendida Bad Blumau. Spicca tra le colline, con i suoi movimenti architettonici, con i suoi giochi di pieno-vuoto, con i “campanili” e le guglie, con le linee da “gioco per ragazzi”. Non è solo un centro termale, più hotel, più ristorante; è uno di quei capolavori architettonici che Hundertwasser ha firmato. Per chi non lo conosce, basta ricordare le case di Vienna che portano il suo nome; per gli altri, è una figura eclettica ed eccentrica di architetto-artista-pittore-scultore, di quelli che hanno dato un’impronta al Novecento. In questo spazio termale, è riuscito a disegnare non solo un’architettura che si adatta, che accompagna le colline stiriane, ma luoghi di meditazione, contemplativi. Un posto da non mancare.

Come da non perdere è l’altra sua opera in Stiria, a qualche chilometro da Graz: la chiesa di Bärnbach, Santa Barbara. Che cos’ha di particolare? Beh, mettiamola così: Santa Barbara è la protettrice degli artificieri, il sinonimo di polveriera. Ecco, qui Hundertwasser ha fatto i fuochi d’artificio, non solo giocando sulle forme e le funzioni, come a Bad Blumau, ma giocando con le idee e la loro rappresentazione. La Stiria è piena di barocco che, al tempo, era un po’ l’effetto speciale della Controriforma: riportare gli uomini alla fede e alla Chiesa, riempiendo di stupefacenti trovate la Casa di Dio. Il nostro deve aver attualizzato il messaggio del barocco. “Stupire è comunicare” e Hundertwasser comunica davvero. Il “sacro” ondeggia in linee curve, la certezza della fede si specchia nelle maioliche, la sicura pena del crocifisso viene fissata in un nuovo linguaggio che riduce il Figlio dell’Uomo sulla croce ad una silhouette, linee d’oriente che ideogrammano il dramma. E la fede sta nei simboli delle altre religioni: ebraica, islamica, buddista….quasi ad anticipare l’ecumenismo di papa Wojtila.

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Nel castello delle streghe

La rocca di Riegersburg
(© Steiermark Tourismus/Meyer)
La rocca di Riegersburg
(© Steiermark Tourismus/Meyer)

Riegersburg è particolare. Una rocca che spunta sulla pianura, con un castello e un borgo e una bella vigna digradante. Il castello offre molto. Dalla Rittersal con le sue boiserie, alla Weissersal, con i suoi stucchi; dalla magnifica corte irregolare Brunnenhof al Burgmuseum e all’Hexenmuseum, che racconta dei processi alle streghe. Nel borgo c’è un magnifico ristorante, il Fink, che offre una superba cucina stiriana creativa.

Intorno alla rocca, ci sono altri due indirizzi del gusto: la cioccolateria Zotter e l’Acetaia di Alois Gölles. Se il primo produce tavolette aromatizzate dagli accostamenti arditi, il secondo è uno dei nomi austriaci del gusto. Si è inventato il balsamico di mela (una meraviglia) e poi aceti di frutta invecchiati in botti di rovere. Vicino, il magnifico castello di Obermayerofen, dell’XI secolo, hotel e ristorante, da vedere.

I villaggi del vino

Südsteirische Weinstraße
(© Steiermark Tourismus/Gery Wolf)
Südsteirische Weinstraße
(© Steiermark Tourismus/Gery Wolf)

Accanto all’acqua delle terme, c’è il vino, l’altro polo del binomio stiriano. Si va verso quella che si chiama la Klöcher Weinstrasse. Traminer e gewürztraminer (forti e aromatici) welshriesling (frizzante e aromatico) muskateller (bouquet intenso) zweigelt blau (rosso, aspro) insieme ad altri fanno l’offerta di questa regione.

Burg Kapfenstein è la prima tappa. Un castello delle fate, su un cocuzzolo che sembra fatto apposta, con un ottimo ristorante (si pranza in terrazza e il panorama è magnifico, oppure nella sala con travi, mobili antichi). Un po’ più in basso c’è la cantina Winkler-Hermaden che propone vini particolari, come ad esempio l’olivin, un rosso aspro da invecchiamento, o il blauburger. Le cantine, vecchie di secoli, sono uno spettacolo in sé. Tieschen è un altro villaggio del vino, con le case in basso e le vigne sulle colline ripide. Qui c’è il “buschenschank” Kolleritsch, una delle osterie del vino più gradevoli della zona. Non solo per l’ambiente, legno e camino all’interno, bel pergolato all’esterno, o per gli spuntini, ma per il vino che offre: tutto il meglio della regione e la sorpresa di un ottimo welschriesling vinificato in spumante. Friedrich Frühwirth ha la sua weinhof a Klöch. È un punto di ritrovo sicuro perché la sua fisarmonica, abbinata al suo muskateller ne fanno un “must” della regione. Da assaggiare sulla grande terrazza anche il suo “junker”, cioè novello, e il suo “klöcher traminer”, cioè il traminer dolce usato un tempo per i brindisi nuziali. Poi si va verso ovest.

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Liebnitz è il punto di partenza di un’altra strada del vino, la Südsteirische Weinstrasse. Una strada che tocca paesaggi bellissimi, che si inerpica su colline ripide, in cui per un tratto una sponda ha il cartello austriaco e l’altra quello sloveno. Ehrenhausen è cittadina d’arte, con il seicentesco castello degli Eggenberg (un tempo mercanti di vino) iniziato da un architetto italiano e completato dall’architetto di Shönbrunn.

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