Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Le meraviglie di Capua

Santa Maria Capua Vetere, situata nella piana detta “Terra di Lavoro”, è un angolo di quella Campania interna che le rotte turistiche difficilmente battono. Ma gli splendori conservati sopra e rinvenuti sotto il suolo, consigliano un viaggio attento e partecipe

L'Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere
L’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere

Questa porzione di Campania, oltre Santa Maria Capua Vetere, attrae i visitatori anche per altri più risonanti richiami: la Reggia di Caserta, alias la Versailles dei Borbone; il Medioevo ancora integro del borgo di Casertavecchia; oppure, le soste gastronomiche tra mozzarella e sorsi di Asprino, tanto apprezzate dai turisti del gusto. Qui, d’altronde, anche Annibale l’africano si concesse una pausa d’ozio, e se i risultati successivi per lui non furono brillanti non si può certo attribuirne colpa all’ospitalità locale, sempre buona. Ieri come oggi.

Antico e moderno, perfetto connubio

Un'altra immagine dell'arena dove si battevano i gladiatori
Un’altra immagine dell’arena dove si battevano i gladiatori

L’attuale Santa Maria Capua Vetere, dove la via Appia (lungo i cui margini sono emerse numerose sepolture) s’insinua in città e l’architettura ottocentesca si sposa coi resti archeologici che spuntano dal terreno e dove, in tante cantine, vini e salami sono invecchiati appesi a muri in opum. Che la terra nasconda ancora tesori è molto più che probabile, come dimostrano le recenti scoperte effettuate nei pressi dell’anfiteatro ed i siti che nei decenni il sottosuolo ha restituito. E’ degli anni Cinquanta, ad esempio, la scoperta della domus di Confuleio, dimora d’epoca imperiale integrata nelle fondamenta di un condominio di quello che oggi è il corso Aldo Moro. Si scendono due rampe di scale e si torna a duemila anni fa, negli ambienti rivestiti a mosaico di una casa patrizia conservata magnificamente. E non è la sola domus che il sottosuolo urbano serbi; in via Bonaparte e in via degli Orti, altre sorprese d’epoca. Per visitarle? Occorre attendere occasioni speciali e telefonare alla Soprintendenza archeologica di Napoli e Caserta per prenotare una visita.

Nel cuore della Campania Felix

La Canocchia, un sepolcro romano del II secolo d.C.
La Canocchia, un sepolcro romano del II secolo d.C.

Un giorno è poco, ma può bastare per farsi un’idea di questa cittadina dalle molte vite e dal passato affascinante. Un passato scritto nei tanti tesori archeologici che Santa Maria Capua Vetere custodisce sopra e sotto la terra. Sono le memorie dell’antica Capua preservate, non senza fatica, dalle ingiurie del tempo. Così come capita in quei luoghi dove il pulsare della vita contemporanea (che qui è anche alquanto problematica) si trova a fare i conti con i segni di un passato enorme. Capua ebbe nell’antichità un ruolo strategico. Era la città più importante della Campania Felix e, stando a Cicerone, “tra le città italiche solo a Roma seconda”. La storia di questo luogo, di grande importanza sia in età repubblicana, sia in età imperiale, si disgrega però con la caduta dell’Impero. Durante il Medioevo l’antica città si frammenta in una molteplicità di frazioni e anche gli abitanti finiscono per abbandonarla. La rifonderanno, conservandone il nome, a pochi chilometri di distanza, in un’ansa del fiume Volturno. Una Capua medievale che ancora esiste ed è ricca di apprezzabili monumenti, ma che non è più la città degli ozi di Annibale, né quella che fece da scenario alla rivolta di Spartaco. Sull’antica Capua, tra il Settecento e l’Ottocento, nascerà però una nuova città.

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