Domenica 5 Maggio 2024 - Anno XXII

Leptis Magna, la Roma d’Africa

Quando, 2.000 anni fa, il Mediterraneo era veramente il Mare Nostrum, dall’Africa giungevano le merci più pregiate. La libica Leptis Magna era il porto di partenza

L'imponente Arco di Settimio Severo
L’imponente Arco di Settimio Severo

Probabilmente è uno dei siti archeologici romani più belli che esistano. Leptis Magna, un centinaio di chilometri da Tripoli, ha avuto una storia breve ma splendente. Già approdo fenicio nel VII secolo a.C., il suo periodo d’oro durò dal II secolo a.C al III secolo d.C. come importante porto commerciale della Libia romana. Inoltre Leptis diede i natali all’Imperatore Settimio Severo e per questo fu abbellita e arricchita in maniera così splendida da fare concorrenza addirittura a Roma. Paradossalmente il tentativo di ingrandire e migliorare il porto fu la causa del suo declino. Gli ingegneri romani sbagliarono i calcoli volendo ampliare il porto naturale con il risultato che il bacino si insabbiò in poco tempo causando la decadenza della città. Questo rapido “ciclo vitale” unito a un clima caldo e secco hanno fatto sì che Leptis Magna sia ottimamente conservata, per quanto possa valere questa definizione dopo 2.000 anni di abbandono.

 

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Orgoglio panarabo

I resti della Basilica
I resti della Basilica

Gli scavi archeologici iniziati nel periodo in cui la Libia era colonia italiana hanno tirato fuori negli anni i monumenti più importanti. Tuttavia il lavoro di scavo è una continua lotta contro il tempo. La sabbia del deserto ricopre il sito e l’erosione continua della costa sabbiosa fa pericolosamente avanzare il mare verso quello che fu un maestoso ippodromo. Inoltre c’è un reale problema politico. Leptis Magna era città romana e gli scavi, come detto, erano stati iniziati nel periodo italiano. Tutto questo mal si concilia con l’orgoglio nazionalista e panarabo del governo libico. Il fatto di essere dal 1982 patrimonio mondiale Unesco garantisce al sito una certa visibilità ma l’impressione generale è che potrebbe essere fatto molto di più per recuperare l’altra immensa parte di Leptis che ancora giace sotto la sabbia.

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“Shopping” nella via colonnata

L'ingresso alla via colonnata
L’ingresso alla via colonnata

Leptis era un porto e come tale un centro commerciale molto affollato. La via colonnata era la strada che collegava il porto al centro città. Iniziava poco oltre la palestra con il Ninfeo, una grande fontana adornata di balaustre, statue, colonne. Le decorazioni erano dappertutto, anche nei luoghi più lontani dallo sguardo erano realizzate con una tecnica speciale, il disegno era bucherellato in modo che la luce creasse giochi d’ombra. Un terremoto, probabilmente, ha fatto crollare metà della fontana che comunque è rimasta intatta, teoricamente si potrebbe risollevare facilmente per ripristinare l’aspetto originario.

Dicevamo della via colonnata, basta dare due numeri: circa 500 metri di lunghezza, 20 di larghezza della sede stradale, che diventano il doppio se calcoliamo anche le botteghe laterali, le famose tabernae. Come si vede non abbiamo inventato nulla, qui si faceva “shopping” oltre 2.000 anni fa!

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