Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

A spasso per la città. Come moderni Charlot

Gli sketch dei primi film comici americani hanno sdoganato la figura del “flâneur”, vagabondo e donchisciottesco clown che a passi ciondolanti si batte contro ottusi poliziotti. Una passeggiata singolare che sopravvive all’oblio dell’anonimato della città

Charlot, vagambondo d’America

Un primo piano di Charlie Chaplin
Un primo piano di Charlie Chaplin

La figura di Charlot, la più famosa tra quelle citate, è accostabile più alla figura del vagabondo che a quella dell’hobo. Non a caso in America era soprannominato the tramp, il vagabondo.

Questo personaggio sfortunato, impertinente e capace di incredibili slanci d’affetto, schiacciato dalle avversità eppure sempre vincente, che sa essere nobile e ladrone, ma che è capace di conservare una sua purezza d’animo contro soprusi e ingiustizie, nasce in Charlie Chaplin come buffo elemento per divertire le platee di tutto il mondo. Il personaggio di Charlot vede la luce, nel 1914, nella comica Charlot si distingue, mettendo insieme, secondo la leggenda, i costumi di altri comici: gli enormi calzoni di Fatty Arbuckle, la giacca di Charles Avery, la bombetta del suocero di Arbuckle.

In sintesi il personaggio è un vagabondo reietto, sradicato, in lotta per la sopravvivenza, un donchisciottesco clown che si batte contro meschini benpensanti e ottusi poliziotti, un uomo ai margini delle istituzioni, sul filo dell’illegalità anarcoide. Charlot è quindi un uomo dentro la società, ma al contempo fuori di essa. Deriva e vive nella cultura del bigottismo borghese, ma al contempo ne è un disadattato; è al di fuori degli schemi e delle norme sociali, ma al contempo ne è sempre in contatto. È come il camminatore urbano.

Camminata ciondolante davanti alla macchina da presa

Da
Da “Tempi moderni” (1936)

Non è un caso che la maggior parte delle pellicole di Charlot si aprono con un’inquadratura che vede il protagonista da solo mentre cammina col suo passo ciondolante e clownesco. Il vestito è la rappresentazione figurativa del suo ruolo: la giacchetta striminzita, i pantaloni troppo larghi e scarpe troppo grosse, con la bombetta consumata e il guizzante bastoncino, sono tutti elementi della società per bene dell’epoca, ma sono logori e di misure sbagliate, rendendolo mezzo vagabondo e mezzo clown.

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Il personaggio nato nel 1914 esploderà l’anno seguente con il corto The Tramp, “Charlot il vagabondo” nella traduzione italiana. Sarà proprio da questo corto che ne deriverà il soprannome americano. Per la prima volta, egli fa, alla fine del film, la sua uscita classica: dondolando tristemente, si allontana dalla macchina da presa su per una strada di campagna con le spalle cascanti, l’immagine stessa della sconfitta. Ma, a un attimo dalla fine, improvvisamente, il protagonista si scuote e si incammina a passi saltellanti mentre lo schermo si chiude a iris, lasciando sugli occhi dello spettatore un’immagine di positività. Nasce quindi con questo corto il cliché della sua uscita di scena “camminante”, la stessa che, per esempio, possiamo ritrovare in Tempi moderni.

Passi svelti per non passare inosservati

Un'altra immagine tratta dal film
Un’altra immagine tratta dal film”Tempi moderni”

Sarà proprio la sua camminata ciondolante a renderlo unico nella storia del cinema. Nel 1915, talmente era celebre che, tra vignette di giornali, poesie su di lui, fumetti e cartoni animati raffiguranti la sua figura, nella rivista Watch Your Step Lupino Lane cantava That Charlie Chaplin Walk, quella camminata di Charlot:

 

 

 

“Da quando Charlie Chaplin è la mania del giorno,

tutti imitano le sue buffe maniere;

ne copiano il cappello e i riccioli,

ma i suoi baffi sono ineguagliabili!

Imitano il suo modo di corteggiare le ragazze,

i suoi modi sono un gran godimento;

ma c’è una cosa di Charlot che nessuno potrà mai trovare

e sono le scarpe che egli porta ai piedi.

Dovunque andiate

guardateli uscire dal cinema,

con quell’andatura dinoccolata, si muovono come tanti conigli,

quando vedete Charlie Chaplin non potete fare a meno di imitarlo.

Prima inciampano incerti sui propri passi,

fanno dondolare il bastone e guardano su e giù dalla strada,

padri, madri, sorelle, fratelli,

tutti i parenti di vostra moglie e una mezza dozzina di altri ancora,

a Londra, a Parigi o a New York,

tutti camminano come Charlot!”

 

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A volte, basta solo camminare (in modo singolare) per sopravvivere all’oblio dell’anonimato della città.

(03/05/10)

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