Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Il Superstite

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Il SuperstiteIl Superstite
di Wulf Dorn, Corbaccio, pagine 448, Euro 18,60.
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Il Superstite
di Wulf Dorn, Corbaccio, pagine 448, Euro 18,60.

Una notte d’inverno, la strada ghiacciata, neve tutt’intorno, un’auto sbanda, si schianta contro un albero, il guidatore è gravemente ferito. Aveva appuntamento con lo sconosciuto che poche ore prima aveva rapito suo figlio Sven, mentre era fuori casa con il fratello maggiore. Adesso tutto è inutile: l’uomo sa che sta per morire. E sa che anche suo figlio morirà.

Da ventitré anni lo psichiatra Jan Forstner, fratello maggiore di Sven. vive con l’angoscia della scomparsa del fratellino. Tutto ciò che gli resta è un registratore che Jan aveva portato con sé la notte in cui erano usciti insieme e dove sono incise le ultime parole di Sven: «Quando torniamo a casa?» E poi il silenzio. E gli incubi che da quella notte non hanno smesso di tormentarlo. La notte in cui il padre è morto in un incidente d’auto.

La vita di Jan si riassume tutta in quella notte: ha studiato psichiatria come suo padre, si è specializzato in criminologia e ora è tornato al punto di partenza: alla Waldklinik, la clinica dove lavorava il padre e dove adesso lavorerà anche lui. Vorrebbe ricominciare a vivere, lasciarsi alle spalle l’incubo, ma quando una paziente della clinica si suicida, Jan si trova coinvolto in un’indagine che svelerà un segreto atroce rimasto sepolto per ventitré anni…

“Bernhard Forstner non aveva più la forza di sollevare la testa. Faticava a respirare e sentiva un gorgoglio nel petto che gli era diventato insensibile come il resto del corpo. Tuttavia era ancora abbastanza lucido da riconoscere l’uomo accanto a sé.

Con le ultime forze Forstner pronunciò il nome del figlo. «Che… gli è… successo?»
Ogni parola era accompagnata da un fiotto di sangue che gli riempiva la bocca con un sapore amaro di ferro.

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«Ssst» sibilò l’uomo. «Tra poco è finita.»
L’ultima emozione forte nella vita di Bernhard Forstner fu una rabbia impotente.
«Vai… al diavolo!»
Avvertì la presenza dell’altro vicinissima a lui. Udì il suo bisbiglio.
«L’ho fatto da tempo.»
Poi su di lui scese per sempre l’oscurità.”

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