Martedì 7 Maggio 2024 - Anno XXII

Perù: non solo Inca (1)

Paese immenso, affacciato sul Pacifico, ha tutto: mare, vette vertiginose, splendide città, vestigia storiche incredibili (era il regno degli Inca) e la “Selva”, la pianura amazzonica dove i grandi fiumi del sud America hanno origine

Perù. Uomini mettono in mare le Caballitos de totora, imbarcazioni monoposto di antica tradizione
Perù. Uomini mettono in mare le Caballitos de totora, imbarcazioni monoposto di antica tradizione

 

Potevo, io, socio dell’associazione dei periodistas dell’Extremadura, bigiare una Feria del Turismo organizzata a Trujillo (laddove, per di più, mi avrebbero financo elargito patacche a gogò)? No per certo! E poco importa che la Trujillo da raggiungere non fosse quella della citata regione spagnola bensì la terza città del Perù. Ovvio precisare che a farmi varcare il Charco (pozzanghera, per spagnoli e iberoamericani l’oceano Atlantico) non bastava la citata omonimia.

Pizarro e la natìa Trujillo

Perù. Piazza principale di Trujillo
Perù. Piazza principale di Trujillo

Il conquistador Francisco Pizarro nato nella Trujillo extremeña, ancorché impegnato nella comprensibile ma esecranda ricerca dell’oro (era nato povero, manco sapeva leggere) e nella soppressione – in questo caso meno giustificabile – di qualche nobile Inca, trovò il tempo di fondare un ‘pueblo’ in riva al Pacifico e gli affibbiò il nome della città natale, appunto Trujillo.
Esistevano molte altre ragioni per intraprendere una gita in Perù (inciso/chicca: per designare una ricchezza in Italia sentenziamo “Vale un Perù”, mentre in Spagna dicono “Vale un Potosì”, la montagna d’argento oggi in Bolivia, un tempo compresa nel Vicereame del Perù).
Tra i tanti motivi (ma chi ama i viaggi non cerchi scuse, prenda e parta, non sbaglia mai) per un ritorno nel Perù (vi ero già stato una trentina di anni fa) elencavo le recenti scoperte di magnifici giacimenti di varie civiltà precolombiane, per mia fortuna dalle parti di Trujillo, nonché un salto nell’Amazonìa (con un’escursione venduta ai turisti della Milano-bene come “selvaggiona” solo perché prevede un giro in barca tra innocui piranahs (sono come i toscani, mangiano solo “carne al sangue” e se il sangue manca pensano solo a nuotare) e facendosi pungere dalle stesse zanzare che trovano sui Navigli.

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Titicaca e dintorni, solo per cuori “forti”

Perù. Lima, festa folcloristica in Plaza Mayor (o Plaza de Armas)
Perù. Lima, festa folcloristica in Plaza Mayor (o Plaza de Armas)

Alla città di Trujillo e al Rio delle Amazzoni andava poi aggiunta una rivisitazione di Lima (nella precedente visita l’avevo trovata abbastanza delabré, poco interessante). Apparirà chiaramente a ogni aficionado ai viaggi (e pure a un semplice lettore di dépliants) che nel suesposto elenco dei posti da ammirare ho omesso la destinazione più importante del Perù: il Macchu Picchu. E spiego il perché. Nel sud del Perù ero già stato (ricordo la monumentale, coloniale Cusco e la bella ed elegante Arequipa) e dopo tanti anni avrei anche potuto tornarvi. Ma un paio di vicende salutistiche ed economiche mi sconsigliavano dal farlo. In primo luogo (la salute) ricordavo una tremenda ciucca presa a Puno sul lago Titicaca, con la testa nottetempo tremendamente martellata non tanto per colpa di una bottiglia di vino cileno quanto per l’altitudine. Perché chi va in gita da quelle parti si muove e respira a livelli sul mare superiori (o di poco inferiori) ai 3000 metri.
E se un giovanotto può anche tentarvi un paio di pernottamenti (ma anche per lui potrebbero rivelarsi tribolati, cito poi il mio amico e maratoneta Franco Fava che pagò un soggiorno/allenamento sulle Ande con un preoccupante scompenso tra globuli rossi e bianchi) è sempre meglio che un anziano signore si corichi ad altitudini più consone, leggi europee (ancora poche centinaia di metri e il lago Titicaca raggiungerebbe in altezza il Monte Bianco, top level del Vecchio Continente).

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