Domenica 5 Maggio 2024 - Anno XXII

A piedi e in bici da Trieste a Parenzo

Su e giù tra colline, boschi, vigneti mentre si respira aria di mare. Tra Italia, Slovenia e Croazia, un’ex-ferrovia nell’Istria è ora un sentiero di amicizia per ciclisti e pedoni

Infine si torna al mare

A piedi e in bici da Trieste a Parenzo

A Livade la Parenzana torna al livello del mare anche se Parenzo è a 37 km di pista e c’è un colle di 270 m. da scalare. In cima ad esso Visinada, l’ultimo paese prima del ritorno al mare. Nella secolare cittadina le testimonianze architettoniche del passato sotto la Serenissima sono evidenti: una grande cisterna con due pozzi del diciottesimo secolo, un edificio con il leone veneziano del quindicesimo secolo in pietra scolpita e una lastra di pietra con incise le tasse del vicino porto fluviale che dovevano essere pagate per il carico e lo scarico di legname, cereali e vino. Per assaporare l’esperienza della Parenzana non è necessario percorrerla in maniera integrale, si arriva in auto in uno dei borghi toccati dal percorso e si entra dove si vuole. Basta scegliere i tratti più adatti a se stessi, ai propri interessi culturali, naturalistici o sportivi.

Per rendere meno complessa l’attività dei cicloturisti l’albergo Sol Garden Istria a Umago offre, su richiesta, il servizio di trasferimento con le bici da e per l’albergo. In prossimità del percorso vicino a Buie c’è Casa Romantica Parenzana una piccola ma accogliente struttura; mentre su Parenzo si trova la catena Valamar e l’offerta alberghiera è più ampia.

(01/03/2012)

 

Per informazioni e prenotazioni:

www.istraturist.com

www.parenzana.com

www.valamar.com

Il villaggio degli artisti

A piedi e in bici da Trieste a Parenzo

La tappa successiva, Grisignana, è una delle chicche istriane. A soli 7 chilometri da Buie con 100 metri di ulteriore dislivello. Il suo attuale fascino di paese in cima a una sua collina, fu invece il suo limite che la portò al quasi totale abbandono negli anni ‘50-‘60. Da una ventina d’anni c’è stata un’inversione di tendenza ed è rinata grazie ad artisti con i loro atelier. Oggi il paese gravita quasi esclusivamente intorno all’arte, alle gallerie e a chi vuole condividere una vita di meditazione e tranquillità, tranne d’estate quando si tengono frequentemente spettacoli musicali di vari generi ed eventi adatti al turismo estivo. Il paese va perlustrato con calma per cogliere nei sassi di pietra bianchissima con i quali sono fatte le case, le scale e i selciati l’autenticità del passato che mischia stili riconducibili a tante epoche. Nei 12 chilometri in lieve discesa verso Portole il panorama è rilassante, fatto di ripide colline coperte di ordinati uliveti che producono un olio eccellente, che si alternano con i vigneti di malvasia, il vino istriano più apprezzato. Questi sono i prodotti che accompagnano le tipicità del territorio: prosciutto e formaggi, ma anche il pesce, abbondantissimo e a buon mercato nei giusti periodi di pesca. Le strade sono lontane e i profumi sono puri. Portole è piccolo e non totalmente integro come Grisignana ma una sosta è obbligatoria per ammirare la loggia veneziana col lapidario, un autentico salto nel passato per l’ottima conservazione di quello che oggi definiremmo un lussuosissimo dehors. Anche a Portole come nei paesi precedenti sono presenti numerosi ristoranti o le konobe (trattorie) che offrono piatti tipici di stagione a buon prezzo.

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Il Tartufo da Guinnes dei primati

A piedi e in bici da Trieste a Parenzo

In 7 chilometri di blanda e costante discesa si giunge a Livade. Qui è in allestimento il Museo della Parenzana. Non è la località più affascinante del percorso, sono poche case intorno a un incrocio stradale ma sono ottimamente rappresentate due eccellenze istriane: il miele e il tartufo bianco e nero. L’apicoltore Jankovic produce decine di tipi di miele con propri alveari itineranti alla ricerca di fiori sbocciati in tutta la regione. Ha una sala di degustazione con i vasetti e tutti i derivati del miele, grappa compresa, pronti da portarsi via. Vicino, il ristorante Zigante, offre tutto l’anno un menù a base di tartufo. La storia del proprietario è curiosa: era uno dei tanti cercatori di tartufo della zona, e scoprì un “mostro”, di oltre un chilo. Un vero tesoro in tutti i sensi perché venne certificato dal Guinness dei primati come il tubero più grande di sempre e, soprattutto, perché fu l’inizio della sua attività professionale di commercializzare tartufi in tutto il mondo. Aprire nella regione alcuni negozi monomarca dedicati al tartufo e alle eccellenze istriane il che attira, in un paese senza troppo appeal, tanti turisti facoltosi e i buongustai che soggiornano in regione. Però in Istria il tartufo non si mangia solo in ristoranti stellati, ma anche in modeste konobe, soprattutto quelle della zona dove il cercatore è il ristoratore stesso che offre piatti gustosi a prezzi più che ragionevoli. Di fronte a Livade c’è Montona, un altro paese antico e ottimamente conservato, completamente costruito con la tipica pietra bianca istriana in cima ad una collina che domina le valli intorno. Montona è un paese pedonale che rende ancora più carica di fascino l’altra bellissima loggia veneziana, considerata la più bella dell’Istria. Si raggiunge dopo una camminata sempre in salita sulla strada principale del paese fatta di ciottoli antichi. Ai lati i portoni di case che fanno immaginare l’epoca dei Dogi. A poca distanza dalla loggia c’è una piazza, silenziosa e ombreggiata, che è anche il punto più alto della collina e fa intuire la vita della città nei secoli passati.

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