Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

I fiordi. Bellezze naturali delle valli glaciali

Continua il viaggio di Mondointasca alla scoperta della costa occidentale della Norvegia. Dopo Bergen ci immergimo in un paesaggio sempre diverso dove la natura (ghiacciai, corsi d’acqua, vento) ha modellato le montagne, scavato la roccia creando i fiordi

A Styvi non c’è posta per nessuno

In kayak sul Nærøyfjord. Terje Rakke/Nordica Life/Fjord Norway
In kayak sul Nærøyfjord. Terje Rakke/Nordica Life/Fjord Norway

Alcuni dei miei compagni di viaggio sono rimasti sedotti dall’innegabile fascino dell’albergo e si sono fiondati al ristorante, altri hanno visitato il museo della ferrovia. Io ho preferito gironzolare un po’ su uno dei sentieri che si inerpicano sulle montagne godendomi il sole, il paesaggio e la vista del mare che qui, vista la profondità, ha un intenso colore blu scuro sul quale spiccano le grandi boe colorate che delimitano gli allevamenti di salmoni. Con un occhio all’orologio perché il battello non aspetta! La tappa successiva si compie per acqua. Siamo nella regione Sogn og Fjordane. Non è necessario parlare correntemente il norvegese per intuire che siamo nella regione dei fiordi. L’Aurlandfjord e il Sognefjord sono abbastanza larghi; le loro pareti si presentano verticali e massicce solcate da piccole cascate e ricoperte di vegetazione. Durante la navigazione incrociamo i traghetti che fanno la spola tra le due rive del fiordo per unire i tratti di strada. La nostra destinazione è Gudvangen all’interno del Nærøyfjord, patrimonio Unesco dal 2005. Il fiordo è un braccio laterale lungo 17 chilometri del Sognefjord, è anche uno dei più stretti al mondo, la distanza minima è di soli 250 metri, quella massima supera di poco il chilometro per una profondità che varia dai 10 ai 500 metri. Le montagne a picco, alte circa 1.400 metri, la proteggono dai venti e le acque sono tranquille. Viaggiamo come su uno specchio dove si riflettono i prati e i boschi, punteggiati da qualche fattoria di legno. In questa zona, a Holmo, sono state trovate tracce di insediamenti vichinghi e un po’ prima dell’arrivo a Gudvangen, si passa di fronte a Styvi, dove mi hanno raccontato che esiste il più piccolo ufficio postale della Norvegia. Ha solo due utenti ma un suo CAP: se vi interessa è il 5748. Come villaggio di per sé Gudvangen offre ben poco ma è il punto di partenza delle attività nell’area del Sognefjord.

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Hardangervidda, capolavoro di ingegneria

Un tratto della ferrovia Flåm-Myrdal. Foto: VisitFlåm/Morten Rakke
Un tratto della ferrovia Flåm-Myrdal. Foto: VisitFlåm/Morten Rakke

L’Hardangervidda è l’altopiano più vasto d’Europa con oltre 10mila chilometri quadrati di superficie che si estendono da est a ovest, da mare a mare da Bergen a Oslo con un’altitudine media di 1.200-1.300 metri. I margini esterni occidentali dell’Hardangervidda sono molto scoscesi, l’azione combinata degli antichi ghiacciai, dei numerosissimi corsi d’acqua formati dallo scioglimento delle nevi e dal vento hanno scavato la roccia creando i fiordi e modellando la montagna che precipita in mare. In questo ambiente durissimo l’uomo ha costruito una delle opere di ingegneria ferroviaria più sorprendenti: la Flåmbana, la ferrovia Flåm-Myrdal, la più ripida al mondo a scartamento normale e senza cremagliera (cioè con la distanza tra i binari come quella dei normali treni italiani e senza l’aiuto di una ruota dentata per arrampicarsi). In soli 20 chilometri percorsi in circa 50 minuti si passa dal livello del mare in fondo all’Aurlandfjorden agli 857 metri della stazione di Myrdal, interscambio con la linea ferroviaria che da Bergen conduce alla capitale Oslo. Il fabbricato è immerso in un paesaggio disabitato e spettrale di rocce e licheni, coperto di neve per almeno cinque mesi all’anno. Eppure è una stazione di “intenso” traffico perché qui salgono e scendono oltre a chi abita nella parte interna del Sognefjord, anche i turisti di “Norway in a Nutshell”.

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