Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Viaggio nel Sud-Est Asiatico, sull’Isola di Koh Samui

Una vita dedicata alla scoperta, alla curiosità, ai viaggi. In queste parole è racchiuso il messaggio di Laura Celotto contenuto in “Turista per professione”. Nel raccontare i suoi ventitré anni e i tanti ruoli svolti nel mondo del turismo professionale, ci porta a conoscere luoghi, situazioni, personaggi. Qui siamo in Thailandia, su un’isola protesa nel mare della Cina

Viaggio nel Sud-Est Asiatico, sull'Isola di Koh Samui

A differenza dei ritmi indiavolati della capitale, a Koh Samui tutto scorreva più lentamente. La vita era tranquilla, ai turisti veniva fin da subito riservata un’accoglienza calorosa sia da parte delle guide locali che dagli abitanti stessi. I residenti stranieri, in verità, erano relativamente pochi; alcuni gestivano ristoranti italiani e internazionali, altri dirigevano alberghi, infine vi erano gli assistenti turistici come me, inviati dai tour operator come interlocutori di quanti sceglievano di soggiornare nell’isola.

Tuttavia, durante la mia permanenza ebbi modo di stringere importanti amicizie. Innanzitutto, con Maria Triggiani, da circa dieci anni residente a Phuket, nel mare delle Andamane. Quando la conobbi suo padre, che ricopriva la posizione di Console Italiano Onorario, era da qualche mese mancato e per questo Maria stava pensando di rientrare in Italia insieme al fratello Arnaldo e alla madre. Certo, dopo dieci anni di assenza non sarebbe certo stato facile riadattarsi alla mentalità europea; la loro idea era di avvicinarsi alla loro patria poco alla volta, mentre l’altro fratello di Maria, che insegnava italiano alla radio, non aveva intenzione di lasciare il Paese.

Di recente ho rivisto Maria a Milano, con grande piacere, con non minore emozione; attualmente si occupa della commercializzazione in Europa di alcuni hotel del Sud-Est Asiatico. Un’altra persona alla quale mi affezionai molto e’ Federica Sakulsuwarn, come me rappresentante a Koh Samui di un tour operator; avendo la doppia nazionalità italo- thailandese (in quanto la madre, italiana, si era sposata con un ragazzo thailandese che studiava all’università di Torino), Federica viveva l’opportunità di lavorare nel suo paese natio con particolare curiosità ed entusiasmo. In seguito, lascio’ la Thailandia e attualmente opera presso l’ufficio di promozione turistica dell’Ente Nazionale del Turismo Italiano a Sydney; tuttavia, quell’esperienza rimase sempre nel suo cuore come un ricordo unico e speciale. Le ore trascorse insieme a lei erano particolarmente piacevoli.

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Anche grazie al suo aiuto mi sforzavo di imparare il thailandese, verso il quale avevo già mosso i primi passi insieme a Maria. Si tratta di una lingua estremamente complessa, con un alfabeto di 76 lettere e cinque diversi toni; le parole, a seconda dell’intonazione con cui vengono pronunciate, acquistano un diverso significato: ad esempio nam (= acqua) possiede 32 significati e khao (= riso) ne possiede nove.

I significati delle parole, poi, mutano anche in base ai termini che vengono loro accostati: se si affianca a nam il termine som (= arancia), si ottiene namson, cioè aranciata; mentre se a nam si aggiunge ken (= duro), si avra’ namken, ovvero ghiaccio! Da qui si può capire la difficolta’ di una lingua tonale e cosi’ articolata; la semplicità sta nel fatto che i verbi sono sempre e solo coniugati all’infinito, gli aggettivi e i sostantivi non hanno né genere, né numero e gli articoli non esistono.

Viaggio nel Sud-Est Asiatico, sull'Isola di Koh Samui

La mia curiosità, poi, mi aveva spinta fino a Koh Nang Yuan, uno dei luoghi a mio parere più belli del mondo: di fronte a Koh Tao, unicamente raggiungibile alle 9.00 del mattino, con rientro alle 16.00, e’ un’isola idilliaca, formata da tre spiagge bianche che si congiungono a stella, per convergere in una collinetta di colore verde smeraldo, in mezzo al mare cristallino.

Al tempo vi erano solo dieci bungalow prenotabili e null’altro. Solo pace armonia e incanto naturale. In seguito alle mie spedizioni, raccolsi immagini e informazioni che mi permisero di confezionare una guida esauriente sulle isole dell’arcipelago. Avendo strutturato io per prima la base operativa sull’isola, decisi di inviare copia della guida alle sedi di Milano e Zurigo di Kuoni. Nel frattempo, l’autunno aveva ormai fatto capolino e anche questa mia avventura stava per concludersi. Mi stavo giusto preparando al rientro in Italia quando, il 28 settembre, mi giunse un fax da Kuoni, il quale richiedeva la mia ulteriore collaborazione a Bangkok, in qualità di Resident Manager Thailandia e Indocina: dovevo sostituire Enrico Aglietta, che aveva deciso di spostarsi a Phuket, per allontanarsi dal traffico della metropoli; lasciava Krungtep (= la citta’ degli angeli) per una migliore qualità di vita, mare e aria pura. Ero da una parte sorpresa per una tale promozione e dall’altra dispiaciuta di dover comunicare ai miei genitori che ci saremmo potuti rivedere solo a distanza di qualche mese.

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Tra l’altro, se avessi accettato l’incarico, avrei dovuto prima volare a Singapore per rinnovare il visto di soggiorno; infatti, ogni tre mesi, nonostante il permesso di lavoro, vigeva l’obbligo di uscire dal Paese, recarsi ad un’ambasciata thailandese, rinnovare il visto e rientrare. Se si incorreva in ritardi, veniva applicato un bollino rosso sul passaporto, e ogni giorno di ritardo veniva multato con il valore di 8.000 lire italiane… altro che Paese del terzo mondo!

Decisi di prendere carta e penna e scrivere un fax alla mia famiglia, in cui esposi tutta la situazione; ne segui’ in serata una telefonata di mio padre che mi diceva di non preoccuparmi né per lui, neé per mia madre, perché era giusto che in quel momento pensassi al mio futuro, e perché se io ero felice per questa opportunità, allora lo sarebbero stati anche loro. Non ebbi più dubbi. Confermai immediatamente la mia disponibilità e partii per Singapore.

(23/12/2013)

Viaggio nel Sud-Est Asiatico, sull'Isola di Koh Samui

Talvolta, partecipavo ad escursioni al parco nazionale marino di Ang Thong, arcipelago costituito da una quarantina isole immerse in un mare turchese, e aiutavo le guide ad esprimersi in italiano, francese e spagnolo; loro, per ricambiare, non permettevano che pagassi i fax e le telefonate in Italia. Iniziavo a conoscere bene quei luoghi. Un giorno mi giunse una richiesta dalla mia sede italiana: visitare le isole di Koh Phangan e Koh Tao, per stilare una relazione sulle eventuali strutture turistiche esistenti e sulle possibili immersioni subacquee.

Non esitai, e subito mi misi in viaggio. Koh Phangan e’ da sempre ritenuta “l’isola dei figli dei fiori”, poiché crescono rigogliose delle qualità di funghi allucinogeni, con i quali alcuni ristoranti proponevano delle magic omelettes; al tempo frequentata per lo più da hippies, l’isola e’ famosa per i Full Moon Party, le feste della luna piena, annoverate tra i più grandi beach party a livello mondiale. Molto interessante era anche la traversata della foresta che da Haad Rin conduceva a Thong Sala, capitale dell’isola, e si effettuava per mezzo di auto tipo jeep: vi si giungeva in 50 minuti, ad un costo irrisorio di 50 bath a persona (circa 3.500 lire di allora).

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Koh Tao, invece, appariva molto tranquilla. Ad altre due ore e mezza di traversata da Koh Phangan, era – ed e’ tuttora – contraddistinta da splendide barriere coralline e da meravigliosi fondali, un vero paradiso per gli appassionati del mondo sottomarino. Al tempo nell’isola non esisteva una strada asfaltata, ma solo una strada sterrata che conduceva al Koh Tao Cottage, unica struttura alberghiera accettabile; per il resto, si potevano trovare alcuni bungalow spartani situati sul pontile d’attracco delle barche in arrivo da Koh Phangan e Koh Samui.

Vi erano anche alcuni ristoranti e varie scuole di immersioni. Ciò che mi stupiva maggiormente, pero’, era che alle 17.00 tutte le strutture venivano chiuse, come se si trattasse di un coprifuoco; in verità, l’isola era un mondo ancora piuttosto incontaminato, in cui la vita era scandita dai ritmi della natura, ove tutto si desta al mattino molto presto, per poi addormentarsi nelle prime ore della sera.

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