Mercoledì 8 Maggio 2024 - Anno XXII

Passaggio a nord-ovest. Sulle tracce di Amundsen

Poeta e scrittore genovese, Maggiari approda a
Gjøa Haven, un insediamento Inuit del Nunavut in Canada, vicino al Circolo Polare Artico. Nel gelo incontrerà Paul Ikuallaq, il nipote di Roald Amundsen, l’intrepido norvegese, esploratore dei poli. Un viaggio avventuroso lungo le rotte dell’Artico scandito da prosa e poesia nel libro “Passaggio a nord ovest”, Alpine Studio editore

Roald Amundsen
Roald Amundsen

Seguirà una lunga conversazione in cui l’uomo, aprendosi, riderà, farà battute, rivisitando con magnanimità la figura del nonno. Sunto dell’incontro: Amundsen si era comportato in modo amichevole con gli inuit, c’era stato scambio reciproco e anche loro avevano imparato dagli esploratori ricevendo oggetti utili.

Alle parole dell’anziano non posso fare a meno di pensare al duca degli Abruzzi, a Cagni, a Vittorio Sella e a tutti quegli italiani che nell’avventura artica avevano dimostrato la nobile dote della solidarietà e dell’apertura mentale verso nuovi mondi. Del resto lo stile di gestione del norvegese e quello del duca erano stati simili. Non solo permettendo a ogni membro della spedizione di avere un certo spazio di libertà personale, ma anche rischiando in prima persona come pure evitando protagonismi inutili o di protocollo.

In cima al Sant’Elia in Alaska, il duca degli Abruzzi era salito davvero insieme a tutti gli altri membri della spedizione. Evitando inchini e onori di rango. Sentendosi onorato tra quei compagni di viaggio, a cui porgeva un comando basato sul carisma e la forza delle braccia.

Riempito lo stomaco con qualche galletta ligure trafugata dal bagaglio personale, eccoci via di nuovo in motoslitta all’inseguimento dei cacciatori sulla banchisa. A una crepacciata ci fermiamo e Paul mi spiega che è lì che le foche affiorano per prendere una boccata d’aria rischiando di essere catturate. Con un arpione delicatamente saggia la consistenza della neve.

Finita l’operazione, prendiamo la rincorsa con lo skidoo e saltiamo al di là dei bordi di gelo mantecato. Andiamo avanti in una distesa che spazia mozzafiato a 360 gradi. Sparisce a distanza il villaggio con le sue ultime casupole. Passata una docile collina, siamo veramente soli, in un mare che vaga tra una folgorante varietà di blu, celeste e bianco.

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Iceberg al largo di Tasiilaq, Groenlandia
Iceberg al largo di Tasiilaq, Groenlandia

Non so dove stia andando, cosa stia inseguendo, tutto sembra uguale e monotono, a tratti accecante. Il freddo mi imbavaglia lo sguardo, le mani si rifugiano dietro le spalle del conducente. Ma quella Vespa artica sembra saettare con un’agilità che alla chiusura degli occhi mi fa sentire in una viuzza di Genova.

Il rumore è talmente familiare che si sta bene al sentirlo. Fa casa. All’improvviso una fermata brusca. Come dal nulla sono sbucati due cacciatori. Uno di loro è un uomo anziano in uno spesso parka fatto di pelle di caribou. Non parla inglese. Viene avanti levandosi un guanto e offrendomi la mano. A quella temperatura è un atto di puro coraggio. Ma il tipetto è a suo agio, ride, parla in inuktitut con Paul.

La caccia è andata buca oggi e ci riproverà domani. L’altro cacciatore è un insegnante di educazione fisica nella scuola locale. Scruta pensoso l’orizzonte. “A dieci o dodici miglia in quella direzione c’è un gruppo di giovani con gli elders che stanno imparando a come sopravvivere sul ghiaccio.” Paul sorride. Sa bene ciò che significa quell’esperienza. Sa anche che impareranno in qualche modo.

Con l’indigena artic patrol ha per anni vagabondato lungo il passaggio a nord-ovest. Assieme a dené, metis, e altri inuit, per giorni e mesi ha fatto spola da Resolute Bay a Cambridge Bay. Saliamo sulla motoslitta, s’avvia il motore. Il Vespino riprende la corsa. Per un attimo guardo la luce che rosea bagna tutto un lastricato di ghiaccio infinito. A causa del freddo, riappendo lo sguardo. E dentro di me capisco che per noi liguri il deserto di ghiaccio era stato da sempre il mare, con il suo richiamo muto e costante. Con maestria, lo skidoo alato dirige verso il tramonto. L’avventura artica continua.

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(11/04/2014)

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