Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Via Francigena Morenico-Canavesana da Pont Saint Martin a Piverone

Via Francigena Morenico-Canavesana Il-Lago-Pistono-con-il-Castello-di-Montalto

Percorriamo un piccolo tratto dei 1900 km della Via Francigena che collega Canterbury a Roma. Dalla Valle d’Aosta al Piemonte, poco più di 50 chilometri in tre tappe: nel segmento morenico-cavesano uno degli angoli più belli del Canavese

La Via Francigena collega Canterbury con Roma con un percorso lungo 1900 chilometri. È il cammino intrapreso e descritto nel 990 da Sigerico, arcivescovo di Canterbury. Sigerico lo percorse per ritornare dalla sede del Papato alla sua lontana isola, dopo l’investitura del pallio arcivescovile.

Pont Saint Martin e il ponte romano
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Pont Saint Martin, il ponte romano (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Se ne possono percorrere vari tratti. Uno dei più belli, ben curati e mantenuti è sicuramente  il segmento della via Francigena Morenico-Canavesano. Collega Pont Saint Martin, ultimo paese della Valle d’Aosta prima di entrare in Piemonte, e Viverone primo paese del Biellese, passando per Ivrea. Sono poco più di 50 chilometri – tutti praticamente in provincia di Torino – suddivisibili in 3 o più tappe (se si ha tempo a disposizione).  Ci si può fermare nei molti ostelli, bed & breakfast, ristoranti e punti di ristoro che danno conforto al moderno pellegrino o al semplice camminatore che abbia voglia di scoprire i paesaggi e i tesori d’arte dell’anfiteatro morenico di Ivrea, uno degli angoli più belli del Canavese.

Tutto comincia all’ombra del ponte romano di Pont Saint Martin. Un impressionante arco di pietra alto 23 metri sulle acque del torrente Lys che scende dai ghiacciai del Monte Rosa. Su questo ponte sono passati, durante migliaia di anni, eserciti pellegrini mercanti. Fino al XIX secolo è stato l’unico collegamento fra il Piemonte e la Valle d’Aosta. In questo punto la Via Francigena si sovrappone alla romana via delle Gallie, la strada consolare che collegava la Pianura Padana alla Gallia.

Un anfiteatro con al centro Carema
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Cartello sulla Via Francigena Morenico-Canavesana (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Qualche breve tratto a fianco della statale, poi il tracciato – curato con passione dai volontari dell’Associazione La Via Francigena di Sigerico – attraversa lo splendido anfiteatro naturale con al centro il paese di Carema. Il posto è famosissimo per il suo vino, il Carema, una delle doc storiche del Piemonte che nasce da uve nebbiolo coltivate su piccole terrazze ricavate con abilità e fatica su pendici quasi verticali.

Le vigne sono allevate con la tipica pergola canavesana, sorretta da colonnine in pietra, a volte costruite sulla nuda roccia. Il microclima e l’abilità dei vignaioli locali contribuisce a dar vita ad uno dei più eleganti e longevi nebbioli del nord, un grandissimo vino che nelle sue espressioni migliori rivaleggia con i più blasonati vini internazionali. E qui, come spesso succede percorrendo questo tratto del millenario itinerario, si apprezza il motto dei volontari che curano i sentieri: “il pellegrino non si mette in cammino se la bocca non sa di vino.”

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Via Francigena Morenico-Canavesana: la Bottega del Viandante
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Via Francigena tratto fra Settimo Vittone e Montestrutto (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

A Settimo Vittone sulla statale, in un antico edificio che nei secoli passati era un punto di ricovero per i pellegrini, troviamo la Bottega del Viandante, una vetrina delle eccellenze del territorio: pane di farro, vino e formaggi, birra artigianale, miele e i biscotti di farina mais. Accanto alla bottega c’è l’Osteria La Sosta che, a giorni fissi, prepara specialità piemontesi: trippa, bollito misto, polenta e merluzzo, selvaggina e fritto misto.
In pochi minuti si sale a uno dei gioielli artistici dell’itinerario, la Pieve di San Lorenzo che conserva affreschi del X-XIV secolo. Addossato alla pieve troviamo il prezioso Battistero di San Giovanni Battista (VIII-XI secolo) dove la tradizione vuole sia stata sepolta Ansgarda, moglie ripudiata del re di Franchi Ludovico il Balbo.

Di qui inizia uno dei tratti più belli della Via Francigena Morenico Canavesana: una mulattiera ci porta verso il castello neogotico di Montestrutto che si intravvede in lontananza attraverso vigneti e boschi, costeggiando abitazioni rurali e con belle vedute sullo sbocco della valle della Dora Baltea nella pianura piemontese. A Montestrutto ci attende una pausa per rifocillarci nell’ampia area verde di Vertical Rock, ristoro dove gli appassionati di arrampicata possono trovare delle pareti di roccia sulle quali allenarsi in sicurezza.

Via Francigena Morenico-Canavesana: Borgofranco
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Montestrutto, area di sosta e ristoro Vertical Rock (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Il cammino verso Ivrea è ancora lungo e le curiosità da vedere sono tante, quindi non bisogna indugiare. La località più prossima è Borgofranco, famosa per la zona dei balmetti, una lunga serie di costruzioni addossate alla parete della montagna utilizzate per la conservazione di vino, formaggi e salumi.

Ciascun balmetto sfrutta infatti una corrente di aria fredda proveniente dall’alto che soffia da una grata del pavimento. Qui la chiamano “ora” ed è un soffio costante, che non mancherà di stupirvi, soprattutto d’estate, quando la differenza fra la temperatura esterna e quella interna del balmetto è davvero impressionante, anzi intirizzente.

I cinque laghi che incorniciano Ivrea
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Settimo Vittone, affreschi nella Pieve di San Lorenzo (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Entriamo nell’area dei 5 laghi morenici che fanno da corona ad Ivrea. Incontriamo per primo il Lago Pistono e c’è tempo per una sosta al bar trattoria La Monella che ha uno splendido prato con a disposizione delle sdraio per il relax. La vista sul lago e il Castello di Montalto Dora è una delle immagini che sicuramente rimangono nel cuore dei pellegrini camminatori: le acque scure, il verde onnipresente dei boschi e il turrito maniero, restaurato da Alfredo d’Andrade a fine Ottocento, sono uno scenario perfetto per rilassarsi e svuotare la mente.

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Attraverso la zona delle Terre Ballerine, dove il terreno oscilla sotto i nostri passi (è un’area paludosa permeata di radici) ci avviciniamo al Lago Sirio, il più turistico dei 5 laghi e anche l’unico balneabile, con parecchi ristoranti, spiaggette libere e altre più esclusive. Ormai siamo alle porte della città e il curatissimo bed & breakfast SpazioBianco, nel centro storico, ci accoglie per la meritata notte di riposo.

Via Francigena Morenico-Canavesana: il Lago di Campagna
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Piverone, torre campanaria (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

La tappa successiva ci porta verso le falde della Serra d’Ivrea, l’impressionante morena laterale del Ghiacciaio balteo che si staglia con la sua linea retta lunga 25 chilometri sullo sfondo del Canavese. Si esce a piedi da Ivrea verso il sobborgo di Cascinette e il Lago di Campagna. Anche qui un castello, a far da sfondo e rendere suggestiva l’immagine da immortale. Vale la pena sedersi un attimo su una panchina panoramica posta in alto sulle acque del lago e ascoltare le molte storie legate al castello di San Giuseppe che oggi è diventato un hotel di lusso.

Prima convento, poi postazione militare voluta da Napoleone come punto di osservazione, a fine Ottocento la dimora divenne un cenacolo di artisti. Qui furono ospitati fra gli altri Eleonora Duse e Arrigo Boito (le cronache raccontano di passioni travolgenti), oltre al drammaturgo Giuseppe Giacosa, che però era di casa essendo nato nella vicina Colleretto.
Negli anni Trenta, il castello venne acquistato da tal John Perona, nato Giovanni Perona, un italo-americano – qualcuno sussurra dai trascorsi non proprio limpidi –  che ebbe il merito di ospitare diverse attrici famosissime all’epoca, fra le quale Ginger Rogers.

Le sorprese della Via Francigena Morenico-Canavesana
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Bollengo, Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Dalle star hollywoodiane al pelobates fuscus, ovvero il rospo dell’aglio che vive del maresco di Burolo che ora stiamo attraversando, il salto è piuttosto forte.
Ma sono le sorprese della Via Francigena che ci porta ora al cospetto di un’altra perla romanica, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo (sec. XI) di Bollengo.
Bello soprattutto il colpo d’occhio: l’unicità dell’edificio religioso è l’ingresso attraverso al campanile. Dentro ci sono resti di affreschi che vengono datati al XV e attribuiti a Domenico della marca di Ancona.

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Il borgo fortificato di Piverone
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Cella-Grande a- Viverone, la cantina (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Ci attende la vista all’ultimo comune della provincia di Torino, prima di entrare in quella di Biella: Piverone è un bel borgo, ancora in parte fortificato. La possente torre campanaria fungeva un tempo come porta d’ingresso al ricetto medievale.

Fuori dal paese, immerso fra i vigneti che affacciano sulle acque del Lago di Viverone che già si scorgono sullo sfondo, incontriamo il Gesiun un suggestivo rudere della chiesa romanica di San Pietro. Ma qui ad affascinare è soprattutto il paesaggio: siamo nel cuore della produzione dell’Erbaluce, il vino bianco che è l’altro emblema enologico del Canavese. Le viti, si alternano agli ulivi e alle palme, a testimonianza di un clima relativamente mite, protetto dalla Serra.

Sosta ristoro nell’ex convento Benedettino
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Cella Grande a Viverone, camere vista lago (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Per rendersi conto di questo ambiente quasi mediterraneo e per godere di una splendida vista sul lago, la sosta consigliata è a Cella Grande. Si tratta di un ex convento Benedettino del XII secolo circondato da 5 ettari di vigneti Erbaluce, oggi trasformato in relais di lusso. La famiglia Bagnod ha acquistato la struttura nel 2017 e ha intrapreso importanti opere di rinnovamento. Da visitare la cantina, aperta per degustazioni e acquisti, il bistrot per una sosta a tavola e le nove camere che possono ospitare anche i pellegrini/turisti in cerca di qualche coccola dopo tanto camminare.

Info; Turismo Torino e Provincia: www.turismotorino.org
Associazione Via Francigena Canavesana di Sigerico: www.francigenasigerico.it

Dove dormire

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Ivrea, B&B SpazioBianco, Camera Olivetti (foto: D. Bragaglia © mondointasca.it)

Spazio Bianco, Ivrea (www.spaziobiancoivrea.it) nel cuore del centro storico è una di charme. Le camere sono arredate a tema. Una è dedicata alla Olivetti, la fabbrica che è stata per anni il cuore economico della città, con particolari di arredo che richiamano le macchine per scrivere.

Cella Grande, Viverone (www.aziendaagricolabagnod.it). Nove camere, alcune con splendido affaccio verso il Lago di Viverone. Piscina, spa e un bel giardino panoramico completano l’offerta.

Dove mangiare

Agriturismo Cascina Gaio, Piverone (www.agriturismogaio.it). Cascinale del Settecento a due passi dal Lago di Viverone. In estate si mangia anche all’aperto, degustando prodotti biologici.

Trattoria Vecchio Cipresso, Chiaverano (www.vecchiocipresso.com). Al centro di una piccola borgata in un angolo tranquillo del Lago Sirio, con ampi spazi all’aperto.

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