Sabato 7 Dicembre 2024 - Anno XXII

La cucina italiana guarda al 2015

A Milano si ragiona sul legame turismo-ristorazione. Obiettivo? Trasformare l’Expo in una “acchiappaturisti” per riportare l’Italia sul podio delle mete più amate. Vietato arrivare impreparati alla grande vetrina internazionale del 2015

La cucina italiana guarda al 2015

Milano e l’Italia guardano all’Esposizione universale del 2015 che avrà nel cibo e nell’alimentazione il suo focus. Le ricchezze della tavola del resto sono il nostro “piatto forte” e un’occasione ghiotta per trasformare l’Expo in una “calamita” per i turisti di tutto il mondo.

Ecco allora che nei giorni scorsi hanno debuttato sotto la Madonnina due manifestazioni internazionali che preannunciano questo nuovo corso: “Il Gelato nel Piatto con Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e prodotti Dop” e “La Giornata mondiale delle Cucine regionali italiane nel segno dell’Expo 2015” sulle tavole di oltre cento tra i migliori ristoranti di tutto il pianeta, tutti piatti di alta gastronomia italiana. L’evento è stato promosso dal magazine INformaCIBO e ha ricevuto il patrocinio di Expo 2015 e dell’Enit, l’Ente Nazionale per il Turismo.

Nella cornice del Salone delle Feste dell’hotel Enterprise di Milano giornalisti, fotografi, blogger hanno assaggiato alcuni prodotti simbolo della tradizione del nostro made in Italy alimentare: Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Amarene Fabbri 1905 e vini di qualità. Un’occasione per partecipare anche a un dibattito sul legame tra ristorazione, turismo ed Expo 2015 al quale hanno partecipato, Donato Troiano, direttore di INformaCIBO, Savino Vurchio, direttore Unione Italiana Ristoratori, Giampietro Comolli, Advisor UnPOxExPO e Alfredo Zini, Presidente dell’Ente bilaterale nazionale Turismo.

Beni culturali e cibo per rilanciare l’Italia

La cucina italiana guarda al 2015

“Per noi di INformaCIBO -ha affermato Donato Troiano– l’obiettivo della serata è legare strettamente l’Esposizione milanese del 2015, alla valorizzazione del Made in Italy alimentare. Dobbiamo trasformare l’Expo in una “acchiappaturisti”, una vera calamita per il turismo internazionale per far ritornare l’Italia sul podio delle destinazioni turistiche più ambite nel mondo. Abbiamo due asset formidabili da valorizzare al meglio -ha aggiungo il direttore di INformaCIBO- da una parte l’enogastronomia e dall’altra i Beni culturali: per far ciò, superando i ritardi e gli errori del passato, urge elaborare una strategia che coinvolga tutta l’Italia, tutte le Regioni italiane, nel segno dell’Expo. Un appuntamento importante in questo senso sarà l’assemblea nazionale dei sindaci annunciata per il prossimo settembre”. Alfredo Zini, ristoratore ma anche esponente della Fipe, ha sollevato una serie di criticità sulla gestione dell’ Expo da risolvere al più presto “se non vogliamo perdere un’occasione importante e vedere Milano con i suoi esercizi commerciali penalizzata”.

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Un Fuorisalone del gusto

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Savino Vurchio, direttore dell’Unione Italiana Ristoratori, associazione nata 41 anni fa e che proprio sotto la sua direzione sta avendo un nuovo impulso,  ha confermato non solo l’impegno a lavorare per la riuscita dell’Expo, ma ha annunciato che “da parte nostra stiamo già approntando alcune iniziative autonome per far risaltare il ruolo della ristorazione tradizionale italiana durante tutti i sei mesi dell’Esposizione internazionale milanese”, ha sottolineato nel suo intervento Vurchio.

Da parte sua Giampietro Comolli, il papà delle bollicine italiane, si è soffermato sul progetto, nato da una sua idea, “UnPOxExPO2015”, che vuole essere un Fuorisalone complementare e supplementare alle iniziative che si terranno nell’area espositiva dell’Expo. “Vogliamo mettere in rete le eccellenze alimentari ed enogastronomiche di un’area vasta come la Food Valley Padana, per valorizzare il fiume Po e tutto quanto lo circonda: agricoltura, gastronomia, accoglienza, moda, qualità e stile di vita”, ha precisato Comolli.

(29/07/2013)

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