Sabato 27 Aprile 2024 - Anno XXII

Dall’Africa alla Cambogia, la speranza scorre sull’acqua

Vite in viaggio per amore e desiderio di riscatto. Comincia nella foresta tra i pigmei l’avventura di “Papà Mekong”, Infinito edizioni. Il primo capitolo del libro fa da preludio alla storia che seguirà. Una donna cercherà la verità sulla vita del padre. Attraversando Vietnam, Birmania, Thailandia e Cambogia incontrerà missionari e prostitute, ex guerrigliere e avventurieri. Sulle rive del più affascinante fiume d’Asia

Dall'Africa alla Cambogia, la speranza scorre sull'acqua

Quel posto non era soltanto bellissimo: c’era qualcosa che turbava il loro animo, che li colpiva, che scatenava in loro eccitazione e rispetto. Era come se fossero entrati in un santuario, una basilica della natura dove, proprio come in una chiesa, si sta in silenzio e si prega. Lì c’era la vita come forse avrebbero voluto che fosse ovunque, senza i veleni della civiltà. C’era la meraviglia di un mondo come non era più da nessuna parte, se non in qualche oasi remota come questa. Adesso nessuno parlava più, neppure i pigmei. La voce dell’Africa era il ribollire delle acque che venivano giù con violenza da decine e decine di metri e si rincorrevano nel vuoto come onde felici di fare capriole su giganteschi gradoni di roccia e poi regalare sorrisi fatti di schiuma a chi stava lì sotto a guardare.

«Dio» mormorò Silvia.

Non riuscì a dire altro, lei che pure aveva forti dubbi sull’esistenza e i comportamenti di Dio. Però lo invocò, come a volerlo ringraziare per aver creato – se davvero era stato lui – quell’insieme di infinita bellezza. I pigmei fecero segno di seguirli e li guidarono, passo dopo passo, lentamente, fino a quegli scalini di pietra che consentivano di sistemarsi sotto l’acqua. Si bagnarono tutti: i pigmei ridendo, Silvia e Luigi ancora in silenzio, stregati dalla magia di quel posto. Finché fu lei a spiegare alla loro piccola scorta che avrebbero voluto restare soli, che si sarebbero rivisti al ponte. I pigmei capirono e se ne andarono. Silvia e Luigi si tolsero maglietta e calzoncini, rimasero nudi a farsi benedire da sorella acqua che non li accarezzava ma li colpiva con terribili scrosci, ciascuno dei quali sembrava trascinare via colpe, peccati, rimorsi, paure. Adesso si sentivano fortissimi. Fecero l’amore: in piedi, sdraiati sulle rocce, ancora in piedi. Senza dolcezza. Con la violenza che quell’Africa suggeriva. E poi urlarono, insieme, felici. Come un grido di ringraziamento.

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(27/09/2013)

 

* Le immagini utilizzate per illustrare l’articolo sono solamente evocative dei luoghi narrati.

 

* Parte dei diritti d’autore di questo libro sono devoluti a Ecpat Italia per sostenerne i progetti in Cambogia a favore dei bambini vittime dello sfruttamento sessuale.

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