Domenica 5 Maggio 2024 - Anno XXII

Clipperton, quanta “Pasiòn” su quell’Atollo

Un puntino sperduto nell’Oceano Pacifico, teatro attraverso i secoli di aspre contese – politiche ed economiche – tra francesi, messicani, americani e persino filibustieri. L’unica ricchezza? L’estrazione del guano. E una “storia” tutta da raccontare

Una “Storia” con la S maiuscola

(Foto: National Geographic)
(Foto: National Geographic)

Ciò nonostante, Clipperton, un fazzoletto di terra (un chilometro e settecento metri quadrati, ancor più piccolo della nostra Giannutri) ritrovatosi incolpevolmente in quel balordo punto del più grande oceano del mondo, ha assistito a vicende che terre ben più grandi non possono vantare; è stato testimone o oggetto di avvenimenti citati nella Storia con la S maiuscola: scoperte geografiche, eventi bellici, interessi economici, politica e diritto internazionale, ricerche scientifiche, tragedie umane. Non solo: l’atollo è stato pure “star cinematografica”, come puntualmente informa il citato, bel minimuseo della “Armada” a Puerto Vallarta. E non è tutto. Clipperton intriga con ulteriori, curiosi dati geografici e ambientali: il suolo ghiaioso composto da sabbia corallina e guano, una “montagna”, meglio dire una roccia vulcanica alta ventinove metri, sufficienti per innalzarvi un faro, le ben centoquindici specie di pesci (squali e tonni) nelle circostanti acque tropicali, mosse da correnti equatoriali che favoriscono uragani tra maggio e ottobre (ma i forti venti non mancano mai, sbarcarvi è un problema).

L’isola dei granchi arancioni

Un granchio rosso
Un granchio rosso

Attualmente l’atollo è disabitato e privo di vegetazione, ma nel passato non mancò qualche ciuffo d’erba alimentante alcuni maiali importati dagli operai addetti all’estrazione del guano. Scherzi di madre natura, la sparizione dei suini favorì una copiosa riproduzione degli attuali, unici abitanti: centodiecimila uccelli e dodici milioni di granchi “arancioni”, i Gecarcinus Planatus. E stupiscono anche le distanze dal resto del mondo. L’isola scoperta a Puerto Vallarta dallo scrivano è situata a: novecentocinquanta chilometri da Socorro, uno sperduto isolotto delle Revillagigedo, arcipelago messicano a sud della Baja California; milleduecentoottanta chilometri da Acapulco; duemilanovecentosessantatre chilometri dalle coste del Nicaragua; tremila e diciotto chilometri da San Diego, California. E considerato che nella “querelle” franco-messicana, più avanti descritta, i francesi giustificarono le pretese sull’atollo con la sua “vicinanza” ai loro possedimenti polinesiani, non si tiene per il Messico precisando che Nuku Hiva, isole Marchesi, dista quattromila e diciotto chilometri! Né il discorso si rasserena raccontandone le inquietanti vicende ivi accadute nel tempo.

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Pasiòn per i messicani, Possession per i francesi

Clipperton, quanta "Pasiòn" su quell'Atollo

Si comincia nel 1521, anno della “probabile” scoperta da parte di Magellano. Altri ritardano l’evento al 1711; una disparità di giudizi curiosamente relativa all’anno ma non al giorno e al mese; entrambe le fonti storiche garantiscono infatti che la scoperta avvenne il 2 aprile, un venerdì santo, giorno della Passione; ne consegue che almeno sul primigenio nome “castigliano” dell’isola non esistono dubbi.

Se non “valesse” la scoperta del 1521, la storia di Clipperton comincia dunque nel già citato anno di grazia 1711, con l’arrivo dei francesi Martin de Chassarion e Michel du Bocage, comandanti delle fregate La Dècouverte e La Princesse (per la solita precisione vi è anche chi data al 1708 la visita dei vascelli francesi e invece di Ile de la Passion fa riferimento a una Ile de la Possession). Poco dopo, nel 1712 il pirata e naturalista inglese John Clipperton (o Clippington) passa “da quelle parti” e traccia una mappa dell’atollo che da lui prenderà il nome. Siamo nell’epoca e nei mari della pirateria e non stupisce pertanto che anche Clipperton diviene l’ennesima Isola del Tesoro (leggenda infatti vuole che il filibustiere britannico vi sbarcò con una ciurma di ventun bucanieri e vi nascose un malloppo, peraltro mai trovato dai successivi viaggiatori).

Nel 1725 M. Bocage, il già citato comandante della Princesse, torna a Clipperton alla testa di una spedizione scientifica e si sofferma alcuni mesi (guadagnandosi pertanto ampiamente, viste le elencate amenità dell’isola, lo stipendio elargitogli dal re di Francia). Trascorso un secolo, nel 1848, scopertosi che a Clipperton abbondava il guano, la statunitense Oceanic Phosphate Company entra in disputa con il Messico per il monopolio dell’estrazione e sei anni dopo un’altra Company, la American Guano Mining, per dimostrare la sovranità Usa esibisce un “Guano Islands Act”. Un documento forse farlocco, al quale i messicani preferiscono un più diplomatico “Treaty of Guano” per concedere lo sfruttamento del ricco concime marino ai poco amati Yanquis.

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