Per dirimere le dispute? Incaricato il re d’Italia!
Ma la Francia (1857) nonostante le proteste degli Usa, dichiara Clipperton “parte di Tahiti” (alla faccia della accennata, enorme distanza tra le due località) e l’anno successivo la annette formalmente all’Impero francese.
Quarant’anni dopo è il turno del Messico, che proclama (13 dicembre 1897) la sovranità sulla (per loro) Isla de la Pasiòn; procede all’occupazione militare e prosegue nello sfruttamento del guano (destinato a durare fino al 1917). Soltanto un anno dopo, scoppiata la Guerra Ispano Americana i Marines, incuranti dei litigi tra Francia e Messico, occupano Clipperton. Giunto il XX secolo, dopo le lunghe, accennate dispute sulla sovranità dell’atollo, Francesi e Messicani decidono di chiedere un arbitrato al Vaticano. Che però se ne lava le mani e passa la “pratica” a Vittorio Emanuele III re d’Italia (!).
Nel frattempo (1906) è la volta della British Pacific Island Company a estrarre il guano (si accenna persino, ma non esiste certezza, alla “presenza di sessanta operai italiani”) in coabitazione con la guarnigione messicana, ulteriormente rinforzata mediante l’invio del capitano Ramòn Arnaud, alla testa di un centinaio di uomini, donne e bambini. Questa non scarna colonia, tenuto conto delle dimensioni dell’atollo, è rifornita ogni due mesi da una nave in arrivo da Acapulco (e affinché il bastimento non si perda nel Pacifico viene costruito un faro, guardiano il señor Victoriano Alvarez, la cui vita si concluderà tragicamente sull’isola).
Il 1910 è l’anno della Rivoluzione Messicana e con l’andar del tempo nell’incasinata capitale (Pancho Villa, Zapata & C.) si “scordano” dei poveretti spediti sull’isola, ormai destinati a divenire i “dimenticati di Clipperton”. Il 26 giugno del 1914 la nave “Cleveland” passa a rilevare gli operai della British addetti al Guano e “offre un passaggio” a quanto resta della sofferente guarnigione del capitano Arnaud, ma l’incauto declina militarmente l’invito “in assenza di ordini superiori dalla madrepatria”.
Orribile fine degli isolani
Si accenna poi a un’altra nave, la “Lexington”, che un anno dopo propose “ai dimenticati” il ritorno in Messico ma anche questa proposta di salvezza è respinta dal cocciuto ufficiale.
E così, mentre il mondo è sconvolto dalla prima Guerra mondiale e il Messico è dilaniato dalla Rivoluzione, nella remota Clipperton, matura la tragedia di una trentina di esseri, sottoposti a un sole sferzante, tempeste tropicali, vessati dalla fame (impossibile l’indigesta carne di granchio, insufficienti le uova di uccelli, rare le noci di cocco, totale l’assenza di pesci nella laguna eutrofizzata). Ma non c’è limite al peggio. Ben certo che lo scorbuto non darà scampo ai “dimenticati”, avvistata una nave di passaggio il capitano Arnaud parte con gli ultimi soldati alla ricerca di aiuto, ma la barca si rovescia poco oltre la barriera corallina e da terra donne e bambini vedono annegare i famigliari, quando non divorati dagli squali.
Alvarez, guardiano del faro, ucciso dalle donne superstiti
Finalmente, in un giorno del 1917, in missione di pattugliamento (si temeva che la Marina tedesca vi avesse allestito una base logistica) il comandante Perril della U.S. “Yorktown” sbarca a Clipperton e incontra con orrore quel che è rimasto della guarnigione: tre donne e otto bambini. E non è tutto. Nel dramma si inserisce una tragedia shakespeariana. Poco prima dell’arrivo della cannoniera americana, Victoriano Alvarez, il guardiano del faro, ultimo uomo sopravvissuto, proclamatosi “Re di Clipperton” veniva accoppato dalle donne, capeggiate dalla vedova del capitano Arnaud, disperate per le violenze e le vessazioni subite dal folle. Frattanto, dopo lungo sabaudo meditare, il 28 gennaio 1927, Vittorio Emanuele III decise (finalmente) che l’atollo del contendere spettava alla Francia (ça va sans dire, meglio accontentare un amico piuttosto che un Paese non potente e così distante). Pertanto, otto anni dopo, la Francia, grazie alla decisione del re d’Italia, rioccupa la ex ‘Ile de la Passion’.
Gli Usa, però, in previsione di una guerra con il Giappone, vogliono rafforzare la presenza nel Pacifico; ne consegue, nel 1938, una doppia visita a Clippertton del presidente F. D. Roosevelt; vuole farne un U.S. Territory e trasformarla in base aerea transpacifica.