Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Montanaro, Piemonte nascosto tra storia e musica

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Il borgo a pochi chilometri da Torino rivela tesori per intenditori. Il 26 dicembre, il concerto su un organo storico con 2400 canne è buona occasione per una visita

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Complesso ecclesiale con la chiesa-Santa Maria Assunta e San Nicolao

Il tradizionale concerto di Santo Stefano, il 26 dicembre a Montanaro, quest’anno sarà a cura del maestro Roberto Cognazzo. Montanaro è un piccolo borgo a una mezz’ora di automobile da Torino. Da diversi anni è conosciuto, dagli appassionati di musica, per il concerto pomeridiano nella chiesa di Santa Maria Assunta, su un grande organo a canne di origini ottocentesche. Nell’edizione di quest’anno, il concerto avrà come titolo Holidays for organ e sarà dedicato alla musica leggera. Cognazzo suonerà un repertorio adatto al grande pubblico con brani di Henry Mancini, Duke Ellington, George Gershwin, Jean Paul McCartney.
Il concerto di Santo Stefano è organizzato da Antichi Organi del Canavese, con la collaborazione di Pro Loco di Montanaro.

Un organo con 2400 canne

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Organo storico con 2400 canne

Il concerto di Santo Stefano è occasione per scoprire l’organo di Montanaro: restaurato nel ’96, vanta una struttura monumentale, con una grande cassa lignea costruita, per la prima volta, nel 1810. Furono i primi organari che lo costruirono, Giovanni e Giacinto Bruna, a concepire uno strumento con 2400 canne. La cassa fu lavorata dai minusieri Stefano Gabogna e Giovanni Galetta e dall’intagliatore Giacomo Costa. Nel 1872 l’organo fu, per buona parte, ricostruito da Giacomo Vegezzi Bozzi. La versione che vediamo oggi è un ibrido, con parti che risalgono al 1810 e interventi successivi. Fu merito del restauro del ’96 e del lavoro di Antichi Organi del Canavese, collana discografica di musica su organi storici, se l’organo tornò a nuova vita. Il concerto di Santo Stefano, nato per far conoscere questo gioiello della storia degli organi, è oggi tra gli eventi più noti nel torinese.

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Visitare Montanaro: la casa comunale

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Iscrizione sulla casa comunale

Una gita di un giorno a Montanaro non comprende solo l’organo di Santa Maria Assunta. Andare a Montanaro significa ripercorrere secoli di storia, dai pellegrini all’epoca napoleonica. Alcune settimane fa, il 13 ottobre, Giovanni Ponchia, sindaco di Montanaro, ha inaugurato la fine dei lavori alla vecchia casa comunale. Con il restauro, è venuta alla luce un’insegna che commemora il passaggio di Napoleone I a Montanaro, durante la Campagna d’Italia. Nella casa comunale si trovano sale espositive che trattano il lavoro di Bernardo Antonio Vittone, architetto del Settecento. Vittone progettò, nella seconda metà del Settecento, quello che è conosciuto oggi come “complesso vittoniano”: la casa comunale venne accordata alla chiesa di Santa Marta e al campanile, in soluzione di continuità. Vittone diede un aspetto armonico a quello che, nell’insieme, diventava centro civico e religioso.

I santuari

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Santuario di Santa Maria di Loreto

Chi ama visitare i luoghi storici, meta di pellegrinaggio, scoprirà a Montanaro due santuari. Il Santuario Santa Maria d’Isola è la prima chiesa parrocchiale della comunità e ha un campanile originario dell’anno Mille.
Il Santuario di Santa Maria di Loreto fu eretto in prossimità di un antico sentiero di transumanza delle greggi. Inizialmente fu posta una statua della Madonna di Loreto; nel 1681 fu costruita la chiesa e a metà Settecento il campanile. I piemontesi più maturi ricordano che, sino alla prima metà del Novecento, il Santuario di Santa Maria di Loreto era meta di pellegrinaggio per i fedeli.

Il castello di Montanaro e il museo Giovanni Cena

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Torre della Zecca

Il paesaggio di Montanaro è reso suggestivo dal castello di origini medievali. L’edificio che si vede adesso, in realtà, è in gran parte una ricostruzione del Cinquecento, ma merita una segnalazione la torre della Zecca. Ancora fino al 1582, a Montanaro, per conto dell’Abbazia di Fruttuaria, si coniava moneta. Montanaro apparteneva allora ai territori dell’abbazia; nel castello, di fattura cinquecentesca sono anche le torri settentrionali e le prigioni. Nel 1595 nel castello soggiornò l’Infanta di Spagna Caterina, moglie del Duca Carlo Emanuele I di Savoia, accompagnata dalla cavalleria spagnola.
Degno di nota è anche il museo Giovanni Cena. Giovanni Cena, poeta, giornalista e scrittore, nacque a Montanaro nel 1870. Il suo romanzo più noto è “Gli Ammonitori”, del 1904. Giovanni Cena è ricordato per aver lavorato ai primi progetti di scuola popolare su larga scala, con le scuole serali e festive dell’Agro romano, tra Roma, Terracina e paludi pontine. A Montanaro, il museo Giovanni Cena conserva cimeli, oggetti e documenti personali, fotografie.

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Per informazioni
www.antichiorganidelcanavese.it/

www.comune.montanaro.to.it/cosa-vedere/

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